Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

21: Dune marittime delle coste atlantiche, del Mare del Nord e del Baltico

2110: Dune embrionali mobili

englishEmbryonic shifting dunes

Vegetazione delle dune embrionali: in evidenza Agropyron junceum ssp. mediterraneum e Calystegia soldanella, E. Biondi

Sporobolus arenarius colonizza le porzioni basali delle dune embrionali, E. Biondi

Successione dunale a livello dell'agropireto stabilizzato dalla bianca popolazione di Othantus maritimus in località Capo Bianco (Sicilia), E. Biondi

Codice CORINE Biotopes

16.2112 - Mediterranean embryonic dunes

Codice EUNIS

B1.3 - Dune costiere mobili

Regione biogeografica di appartenenza

Continentale e Mediterranea

Descrizione generale dell’habitat

englishFormations of the coast representing the first stages of dune construction, constituted by ripples or raised sand surfaces of the upper beach or by a seaward fringe at the foot of the tall dunes.

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

L’habitat in Italia si trova lungo le coste basse, sabbiose e risulta spesso sporadico e frammentario, a causa dell’antropizzazione sia legata alla gestione del sistema dunale a scopi balneari che per la realizzazione di infrastrutture portuali e urbane. L’habitat è determinato dalle piante psammofile perenni, di tipo geofitico ed emicriptofitico che danno origine alla costituzione dei primi cumuli sabbiosi: “dune embrionali”. La specie maggiormente edificatrice è Agropyron junceum ssp. mediterraneum (= Elymus farctus ssp. farctus; = Elytrigia juncea), graminacea rizomatosa che riesce ad accrescere il proprio rizoma sia in direzione orizzontale che verticale costituendo così, insieme alle radici, un fitto reticolo che ingloba le particelle sabbiose.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

Combinazione fisionomica di riferimento

Agropireti mediterranei su duna ad Agropyron junceum ssp. mediterraneum (16.2112) con: Sporobolus pungens (= S. arenarius; più recentemente indicato come S. virginicus), Euphorbia peplis, Otanthus maritimus, Medicago marina, Anthemis maritima, A. tomentosa, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella, Cyperus capitatus, Polygonum maritimum, Silene corsica, Rouya polygama, Lotus creticus, Lotus cytisoides ssp. conradiae, Solidago litoralis, Centaurea subciliata, Spartina juncea.

Riferimento sintassonomico

La vegetazione costituente le dune embrionali è riconducibile alle associazioni Sporoboletum arenarii (Arénes 1924) Géhu & Biondi 1994, Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei (Br.-Bl. 1933) Géhu, Rivas-Martinez et R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984, Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1987, Sileno corsicae-Elytrigetum junceae Bartolo et al. 1992, Pancratietum angustifolii Brullo & Siracusa 1996 dell’alleanza Ammophilion australis Br.-Bl. 1921 corr. Rivas-Martínez, Costa & Izco in Rivas-Martínez, Lousã, T.E. Díaz, Fernández-González & J.C. Costa 1990 (ordine Ammophiletalia australis Br.-Bl. 1933, classe Ammophiletea Br.-Bl. & Tüxen ex Westhoff, Dijk & Passchier 1946).

Dinamiche e contatti

L’habitat è determinato dalle comunità pioniere di copertura più o meno elevata. I venti forti e le burrasche determinano instabilità della vegetazione che viene sostituita parzialmente da terofite provenienti dalla vegetazione che colonizza la prima parte della spiaggia (classe Cakiletea maritimae) dell’habitat 1210 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine”. Vegetazione terofitica si rinviene anche, in condizioni normali, a mosaico con quella perenne dell’habitat 2230 “Dune con prati dei Malcolmietalia”.

L’habitat ha inoltre contatti catenali con la vegetazione alonitrofila, già indicata, dell’habitat 1210 verso il mare e con la vegetazione delle dune bianche dell’habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)”.

Specie alloctone

Xanthium italicum (la cui presenza è indice di un elevato contenuto in sostanze nutritive nelle sabbie), Cenchrus incertus, Ambrosia coronopifolia, Carpobrotus acinaciformis, C. edulis, Oenothera sp.pl., Acacia saligna, Agave fourcroydes, A. americana, A. ferox.

Distribuzione dell’habitat in Italia

Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

Questo habitat è stato inserito nel macrogruppo che include le dune marine delle coste atlantiche, del Mar del Nord e del Baltico. Tale collocazione compromette fortemente la conservazione delle coste mediterranee che, al contrario di quelle del Nord Europa, sono fortemente danneggiate dall’uso antropico e i cui habitat andrebbero per tanto considerati tutti come prioritari.

L' associazione Cypero mucronati-Agropyretum juncei Br.-Bl. 1933 è stata considerata da Mayer (1995) e Brullo et al. (2001) sinonimo anteriore di Echinophoro spinosae-Elymetum farcti. Quest’associazione è stata infatti validamente pubblicata secondo il Codice internazionale di nomenclatura sintassonomica (Weber et al., 2000) da Braun-Blanquet (1933), in base ad un rilievo sintetico ottenuto da 20 rilievi fitosociologici effettuati sulla costa della Languedoc. Nella stessa pubblicazione Braun-Blanquet indica la presenza di tale associazione in diversi paesi mediterranei e atlantici. Géhu (1986) e Biondi & Bagella (2005) riconoscono a questa associazione un significato essenzialmente geografico e fisionomico, definendola come corrispondente ad un gruppo di associazioni o a una sottoalleanza di vegetazione di dune embrionali raggruppante un insieme di associazioni che, nell’ambito del bacino del Mediterraneo, sarebbero tra loro geosinvicarianti. Cypero mucronati-Agropyretum juncei sarebbe quindi da considerare come un nome ambiguo per cui, in accordo con tal e interpretazione, si ritiene di poter mantenere il nome Echinophoro spinosae-Elymetum farcti.

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Nomi dei compilatori con e.mail

Edoardo Biondi (e.biondi@univpm.it), Diana Galdenzi (d.galdenzi@univpm.it)