Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

61: Formazioni erbose naturali

6130: Formazioni erbose calaminari dei Violetalia calaminariae

englishCalaminarian grasslands of the Violetalia calaminariae

Codice CORINE Biotopes

34.2 (Lowland heavy metal grasslands)

34.22 (Calaminarian grasslands),

36.44 (Alpine heavy metal communities)

Codice EUNIS

E1.B (Praterie su suoli con alte concentrazioni di metalli pesanti) da E1.B/P-34.21 a E1.B/P-34.25

Regione biogeografica di appartenenza

Mediterranea, Continentale, Alpina

Descrizione generale dell’habitat

english

Generally open natural or semi-natural grasslands 1) on natural rock outcrops, rich in heavy metals (e.g. zinc, lead), 2 river gravels and shingles, 3) on old terrils or spoil heaps around mines. These open grasslands are characterised by a highly specialised flora, with subspecies and ecotypes adapted to heavy metals. The threatened endemic taxa are generally absent from the pioneer vegetation of younger terrils. This pioneer vegetation is not considered to be a priority.

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

Formazioni erbaceo-suffruticose, generalmente aperte (copertura 30-90%), naturali o semi-naturali, su affioramenti rocciosi (spesso substrati ofiolitici quali lherzoliti, serpentiniti, peridotiti), ghiaie o ciottoli, insediate su terreni superficiali particolarmente ricchi di metalli pesanti (es. nickel, zinco, cromo, rame) od, occasionalmente, su cumuli detritici di miniera. Si tratta di comunità caratterizzate da una flora altamente specializzata, con sottospecie ed ecotipi adattati alla presenza di metalli pesanti.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

In Liguria, dove questo tipo di habitat è stato meglio censito e studiato, si considerano due varianti.

Variante I. Formazioni aperte seminaturali su serpentine o litosuoli con affioramenti minerali (riferibile in parte a 34.2 Praterie metallicole di bassa quota)

Mosaici con formazioni erbacee o erbaceo-arbustive discontinue dove, accanto alle metallofite esclusive (alcune iperaccumulatrici comeThlaspi coerulescens, Alyssum bertolonii, A. argenteum) o preferenziali, localizzate principalmente nelle zone più erose, si accompagnano altre specie o ecotipi metallotolleranti (es. Silene vulgaris, Agrostis tenuis, Alyssoides utriculata, Armeria denticulata, Cardamine plumieri, Cerastium utriense, Minuartia laricifolia ssp. ophiolitica, Robertia taraxacoides, Santolina ligustica, Sesamoides interrupta, Viola bertolonii, Stachys recta ssp. serpentini) o indifferenti  o dotate di più ampia valenza (es. Arrhenatherum elatius, Brachypodium genuense, Festuca ovina aggr, Sesleria pichiana) rispetto alle caratteristiche del terreno. In alcuni casi si osserva anche una componente lichenica (soprattutto specie del genere Cladonia, briofitica e pteridofitica (Notholaena marantae, Asplenium cuneifolium, A. adulterinum) significativa.

Variante II. Comunità metallicole dei distretti minerari.

Aspetti estremamente localizzati in corrispondenza di siti minerari per lo più dismessi con depositi artificiali colonizzati in vario grado da specie metallicole erbacee o suffruticose distinte soprattutto a seconda della natura chimica dei depositi (in particolare Deschampsia flexuosa, Festuca ovina aggr., Alyssum bertolonii, Alyssoides utriculata, Minuartia laricifolia, Minuartia hybrida, Thlaspi coerulescens, Thlaspi cepaeifolium, Viola arvensis ssp.banatica, Viola tricolor var. raiblensis).

Combinazione fisionomica di riferimento

Alyssoides utriculata, Alyssum bertolonii, Armeria denticulata, Brachypodium genuense, Cardamine plumieri, Cerastium utriense, Festuca spp., Minuartia laricifolia ssp. ophiolitica, Santolina ligustica, Sesamoides pygmaea, Sesleria pichiana, Thlaspi coerulescens, Viola bertolonii, Thlaspi cepaeifolium, Viola arvensis ssp.banatica, Viola tricolor var. raiblensis oltre a ecotipi metallicoli di Agrostis tenuis, Arrhenatherum elatius, Deschampsia flexuosa, Minuartia verna, Silene vulgaris, Centaurea paniculata ssp. carueliana, Leucanthemum pachyphyllum, Festuca inops, F. robustifolia, Plantago holosteum, Euphorbia nicaensis ssp. prostrata, Biscutella pichiana, Euphorbia spinosa.

Riferimento sintassonomico

Pur essendo chiaro il riferimento del manuale europeo d'interpretazione all'ordine Violetalia calaminariae Br.-Bl. et Tx. 1943, in diversi paesi europei (fra i quali in primo luogo il Regno Unito) sono stati inquadrati in 6130 non solo gli aspetti vegetazionali chiaramente riferibili all'ordine citato quanto le "calaminarian grasslands" (near-natural, open vegetation of serpentine rock), gli "stable river gravels rich in lead and zinc" e gli "artificial mine workings and spoil heaps", cioè habitat caratterizzati da substrati ricchi di metalli e relativa vegetazione specializzata indipendentemente dall'afferenza a questo o quel syntaxon. Peraltro la classe Violetea calaminariae Tx. in Lohm. et al. 1962, istituita specificatamente per i terreni ricchi di zinco centroeuropei, fu proposta anche per alcune formazioni serpentinicole dell’Appennino ligure da Ernst (1974, 1976). Tale inquadramento fitosociologico non appare assolutamente soddisfacente per l’assenza di diverse specie caratteristiche della classe in Italia, ma neppure soddisfacente rispetto alla rappresentatività dell'habitat su scala europea. In Liguria l’habitat è oggetto attualmente di indagini floristiche e fitosociologiche (Marsili et al., in stampa) e per questo motivo, pur evidenziandosi diversi stadi dinamici legati allo sviluppo del suolo, al tenore in metalli, alla disponibilità idrica o alla gestione del territorio, non è ancora proponibile un quadro sintassonomico soddisfacente.

Dinamiche e contatti

Praterie stabili in contatto catenale con i ghiaioni calcarei.

In Liguria:

Contatti e rapporti catenali o seriali si riscontrano con praterie meso-xeriche (6210 "Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo -Festuco-Brometalia"), "Lande secche europee" (4030), ginestreti spinosi oromediterranei (4090 "Lande oromediterranee endemiche a ginstre spinose"), formazioni a bosso (5110 "Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi") o a ginepro (5130 "Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli"), pratelli terofitici (6220 "Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea") o rupi (8210 "Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica"). Contatti catenali possono interessare anche varianti nitrofile o subigrofile. Sui terreni metalliferi i processi evolutivi sono molto lenti. Da stadi pionieri instabili si passa gradualmente verso aspetti di maggiore stabilizzazione, in cui poi entrano graminacee dotate di maggiore capacità consolidatrice che contribuiscono a diminuire la discontinuità e a formare suoli più maturi e progressivamente meno ricchi di minerali pesanti. Le serie interessate (come stadi climatogeni) vanno da quelle basali del leccio, attraverso quelle submontane della roverella fino a quelle montane del faggio.

Specie alloctone


Distribuzione dell’habitat in Italia

Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

La reale esistenza nel nostro paese dell’ordine Violetalia calaminariae (chiaramente esplicitato nel titolo dell’habitat) è ancora da appurare. Viola calaminaria è entità del gruppo di Viola tricolor e non è segnalata in Italia, ma solo in Germania. Gli unici dati certi provengono dalla Liguria, regione nella quale vi sono ricerche in atto, ed anche in Toscana si segnalano situazioni analoghe, ritenendo che la vegetazione dei serpentini afferente a Alyssion bertolonii possa meritare un proprio originale codice habitat o, quanto meno, uno specifico sottotipo. Un'adeguata considerazione e classificazione di questi habitat ha interessato l'isola di Cipro, dopo il suo ingresso nell'Unione Europea.

Tra le specie citate dal manuale presenti in Italia, solo Thlaspi coerulescens è specie non banale di un certo interesse, essendo le altre specie delle presenze piuttosto ordinarie, ma va considerato che per alcune tra le specie citate si tratta spesso di ecotipi (talora anche ecomorfosi) specializzati e non di rado geneticamente e fisiologicamente differenziati dalle entità adattate a suoli più comuni.

Iniziando con il codice 61xx, questo habitat prende in considerazione formazioni erbacee a copertura decisamente maggiore di quella delle stazioni detritiche (81xx). In questo caso, peraltro, vista l’assoluta peculiarità ecologica che dovrebbe consentire l’agevole riconoscimento di questo tipo, si ritiene che anche formazioni di falde e/o accumuli detritici piuttosto aperti dovrebbero essere qui ricondotti.

Riferimenti Bibliografici

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Riferimenti Bibliografici online

Nomi dei compilatori con e.mail

Cesare Lasen (cesarelasen@tele2.it)

Mauro Giorgio Mariotti (mauro.mariotti@unige.it)