Oasi Alviano Habitat Italia Valsorda, Gualdo Tadino
mostra didascalie (in ogni campo)

62: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli

6230*: Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale)

englishSpecies-rich Nardus grasslands, on siliceous substrates in mountain areas (and submountain areas, in Continental Europe)

Nardeto - Dolomiti di Sinistra Piave (Doana - BL), Alberto Scariot

Codice CORINE Biotopes

35.1 (Atlantic mat-grass swards and related communities)

36.31 (Alpic mat-grass swards and related communities)

35.72 (Southern italian matt-grass swards and related comunities Ranunculo-Nardion p.)

Codice EUNIS

E1.7 (Praterie aride non mediterranee, da acidofile a neutrofile, fitte), E4.3 (Praterie acidofile alpine e sub-alpine)

Regione biogeografica di appartenenza

Alpina, Continentale, Mediterranea

Descrizione generale dell’habitat

english

Closed, dry or mesophile, perennial Nardus grasslands occupying siliceous soils in Atlantic or sub-Atlantic or boreal lowland, hill and montane regions. Vegetation highly varied, but the variation is characterised by continuity. Nardetalia: 35.1-Violo-Nardion (Nardo-Galion saxatilis, Violion caninae); 36.31- Nardion.

Species-rich sites should be intrepreted as sites with are remarkable for a high number of species. In general, the habitats which have become irreversibly degraded through overgrazing should be excluded.

Frase diagnostica dell’habitat in Italia

Praterie chiuse mesofile, perenni, a prevalenza o a significativa partecipazione di Nardus stricta, localizzate in aree pianeggianti o poco acclivi, da collinari ad altimontano-subalpine, delle Alpi e degli Appennini, sviluppate su suoli acidi, derivanti da substrati a matrice silicatica, o anche carbonatica, ma in tal caso soggetti a lisciviazione.

Sottotipi e varianti (compilare se necessario)

Combinazione fisionomica di riferimento

36.31 Formazioni montano-subalpine di impronta continentale

35.72 Formazioni erbose dell'Italia meridionale e comunità correlate dell'alleanza Ranunculo-Nardion.

Agrostis capillaris, Antennaria dioica, Arnica montana, Botrychium lunaria, Brachypodium genuense, Calluna vulgaris, Campanula barbata, Carex ericetorum, C. pallescens, C. panicea, Crepis conyzifolia, Danthonia decumbens, Deschampsia flexuosa, Festuca ovina (agg.), F. nigrescens, F. paniculata, Galium saxatile, Gentiana pneumonanthe, G. kochiana, Gnaphalium sylvaticum, Hieracium aurantiacum, H. lactucella, H. pilosella, Homogyne alpina, Hypericum maculatum, Hypochoeris maculata, H. uniflora, Lathyrus montanus, Leontodon helveticus, Leucorchis albida, Luzula sp. pl., Meum athamanticum, Nardus stricta, Platanthera bifolia, Polygala vulgaris, Potentilla aurea, P. erecta, Veronica officinalis, Viola canina, Poa violacea (=Bellardiochloa variegata), Crocus neapolitanus, Festuca circumediterranea, Carex caryophyllea, Potentilla rigoana, Ranunculus pollinensis, Ajuga tenorei, Dianthus deltoides, Geum montanum, Orchis spitzelii, Coeloglossum viride, Nigritella rhellicani, Tulipa australis, Genista sagittalis, Senecio scopolii, Viola calcarata ssp. cavillieri.

35.1 Formazioni termofile collinari-montane di impronta subatlantica

Riferimento sintassonomico

In Italia, nell'habitat sono comprese le comunità dell'ordine Nardetalia strictae Oberd. ex Preising 1949  (cl. Nardetea strictae Rivas Goday in Rivas-Goday & Rivas-Martinez 1963) appartenenti alle alleanze Violion caninae Schwickerath 1944, Nardo-Agrostion tenuis Sillinger 1933 e Ranunculo-Nardion Bonin 1972. Secondo indicazione esplicita di EUR27, inoltre, è riferibile a questo habitat anche Sieversio-Nardetum strictae Lüdi 1948 (Nardion strictae Br.-Bl. 1926, Festucetalia spadiceae Barbero 1970, classe Caricetea curvulae Br.-Bl. 1948), limitatamente agli aspetti subalpini.

Dinamiche e contatti

Nelle Alpi e nell'Appennino settentrionale le comunità a nardo rappresentano aspetti di sostituzione delle faggete su silice. In aree alpine queste formazioni forestali sono riferibili agli habitat 9110 "Faggeti del Luzulo-Fagetum" e 9120 "Faggeti acidofili atlantici con sottobosco di Ilex e a volte di Taxus (Quercion robori-petreae o Ilici-Fagenion)". L'habitat inoltre si rinviene nell'area potenziale per le  peccete riferibili all'habitat 9410 "Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea)". Nei nardeti subalpini, inoltre, in assenza di gestione, l'evoluzione verso il rodoreto a rododendro ferrugineo (4060 "Lande alpine e boreali")  si osserva frequentemente con veri e propri mosaici. 

Nell'Appennino settentrionale, su substrati silicei, l'habitat si rinviene normalmente in sostituzione delle faggete acidofile o sub-acidofile  pertinenti al Luzulo pedemontanae-Fagetum, al Gymnocarpio-Fagetum o al Roso pendulinae-Fagetum. Nell'Appennino centrale, essenzialmente carbonatico, i nardeti si trovano quasi esclusivamente nella fascia subalpina dove occupano ambiti con suoli profondi e decalcificati riferibili all'associazione Luzulo italicae-Nardetum o all'Agrostio tenuis-Nardetum (quest'ultimo parzialmente in contatto seriale con gli ambiti più microtermici del Cardamino kitaibeli-Fagetum). Fanno eccezione a questa situazione le comunità del Parco Nazionale d'Abruzzo riferibili al Nardo-Brachypodietum genuensis che si trovano a quote comprese tra i 1500 e i 2000 m in contatto catenale con le comunità del Potentillo rigoanae-Festucetum paniculatae. Pienamente pertinenti con l'Habitat in questione sono invece  le comunità presenti sui Monti della Laga dove Nardus stricta è presente dai 1200 ai 2400 m in estesissime formazioni appartenenti al Poo violaceae-Nardetum nella fascia montana e al Luzulo italicae-Nardetum in quella subalpina, entrambe in contatto catenale con il Potentillo rigoanae-Festucetum paniculatae hypericetosum richerii.

Sempre nel settore appenninico si  segnalano nardeti di sostituzione su cenosi di Vaccinio-Piceion Br.-Bl. 1939 e anche di aspetti subnivali di Arabidion caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926. Frequenti sono i contatti con praterie a Brachypodium genuense e Festuca nigrescens subsp, microphylla.

In assenza di interventi agro-pastorali, i nardeti sono destinati ad essere invasi da specie arbustive o arboree. Tra le specie arboree nella fascia montana entra spesso Betula pendula o Pinus sylvestris e, talvolta, anche Corylus avellana e Populus tremula, oltre a Picea e Larix e, talora, Pinus cembra. Con assai maggiore frequenza, tuttavia, si osservano lembi di nardeto montano invasi da aggruppamenti a rosa e ginepro (habitat 5130 “Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcioli”).

Le situazioni più xeriche sono quasi ovunque interessate da abbondante partecipazione di Calluna vulgaris che prelude alla formazione di brughiere asciutte della classe Calluno-Ulicetea  (habitat 4030 "Lande secche europee"). Gli aspetti più pingui della prateria sono spesso determinati da varianti gestionali e dalla morfologia di dettaglio, e dal contatto con triseteti dell'habitat 6520 “Praterie montane da fieno”. In gran parte dell’area dolomitica, dove le minacce sono di due tipi, l’abbandono o l’intensificazione delle concimazioni, i nardeti si sono fortemente ridotti e, spesso, si osserva che essi sono relegati a fasce marginali, che rappresentano, in realtà, uno scrigno di biodiversità e sono assai importanti per la fauna. Nelle stazioni più fresche e a migliore disponibilità idrica, i nardeti vengono sostituiti, o  invasi, da aggruppamenti monospecifici a Deschampsia caespitosa, da considerare come forme di degradazione. Nardeti paucispecifici sono diffusi in aree molto frequentate dai cervi e da altri ungulati. Su suoli con elevata capacità di ritenzione idrica sono diffusi i nardeti igrofili, quasi sempre favoriti da un pascolamento estensivo, a contatto con le torbiere di transizione con sfagni (habitat 7140 “Torbiere di transizione e instabili”), oppure con gli aggruppamenti a Molinia caerulea (habitat 6410 "Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)"). Nei versanti a sud e più xerici, è inoltre frequente il contatto del nardeto (sempre Sieversio-Nardetum in massima parte) con cenosi di Festucion variae e Festucion spadiceae (habitat 6150 "Formazioni erbose boreo-alpine silicicole") e, in stazioni un po’ più fresche, con quelle di Agrostion schraderianae.

Specie alloctone

Distribuzione dell’habitat in Italia

Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Calabria, Campania

● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio
● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato
● Dato nuovo
● Dato probabile

Note

Sono possibili confusioni con l'habitat 6150 "Formazioni erbose boreo-alpine silicee", rispetto al quale il 6230 si distingue per la localizzazione a quote inferiori (Piano Montano, ma spesso anche Subalpino) e per l'assenza di entità caratteristiche di Caricetea curvulae e con aspetti evoluti e acidofili dell'habitat 6170 "Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine" che però è legato ai substrati calcarei dei piani Alpino e Subalpino.

Nelle Alpi una delle associazioni più comuni è il Geo montani-Nardetum (sinonimo di Sieversio-Nardetum), comunità che gravita a livello altomontano-subalpino, e che si osserva anche sopra il limite del bosco  e, in tal caso, va riferita a 6150 "Formazioni erbose boreo-alpine silicee".

Le situazioni povere di specie, degradate a causa del pascolo troppo intenso, saranno escluse dall'attribuzione di un codice Natura 2000. Tuttavia, laddove la situazione appaia ancora accettabile, con impoverimento floristico a seguito di abbandono (esempio brachipodieti), si suggerisce di utilizzare il codice habitat anche per consentire e favorire eventuali miglioramenti gestionali.

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Riferimenti Bibliografici online

Nomi dei compilatori con e.mail

Cesare Lasen (cesarelasen@tele2.it), Giovanni Sburlino (sburlino@unive.it), Edoardo Biondi (e.biondi@unipm.it)