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Praterie aperte a Corynephorus
e Agrostis su dossi sabbiosi interni
Inland
dunes with open Corynephorus and Agrostis grasslands
Vegetazione a Corynephorus canescens, S. Assini
Vegetazione a Corynephorus canescens (Piemonte), S. Assini
Codice CORINE Biotopes
(64.11 o 64.12) x 35.2
64.11 - Inland
dune pioneer grasslands
64.12 - Inland
dune siliceous grasslands
35.2 - Medio-European open siliceous grasslands
Sono evidenziati in grassetto i codici già indicati nel Manuale EUR/27.
Codice EUNIS
E1.9
- Praterie aride non-mediterranee da acidofile a
neutrofile (incluse le comunità erbacee dunali dell’entroterra), rade.
Regione biogeografica di appartenenza
In Europa le regioni biogeografiche dovrebbero essere Atlantica,
Mediterranea e Continentale
In Italia l’habitat
si trova nella Regione Continentale
(fonte:Reference lists) Evidenziare se viene fatto un ampliamento rispetto alla distribuzione riportata nella Reference lists. Indicare in grassetto la regione biogeografica prevalente per l’habitat nel territorio italiano.
Descrizione generale dell’habitat
Open
formations found on inland dunes with dry siliceous soils, of Atlantic,
sub-Atlantic and Mediterraneo-montane distribution, often species-poor and with
a strong representation of annuals. It includes formations of unstable
Germano-Baltic fluvio-glacial inland sands with Corynephorus canescens, Carex
arenaria, Spergula morisonii, Teesdalia nudicaulis and carpets of
fruticose lichens (Cladonia, Cetraria) (64.11) and other grasslands
of more stabilised Germano-Baltic fluvio-glacial inland dune systems with Agrostis spp. and Corynephorus canescens or other acidophilous grasses (64.12).
Testo in lingua inglese, estratto integralmente dal Manuale d’interpretazione EUR/27.
Frase diagnostica dell’habitat in Italia
Praterie secche acidofile ricche di licheni su dossi e/o
depositi sabbiosi fluvio-glaciali della Pianura Padana occidentale.
La frase diagnostica riporta una sintetica descrizione della fisionomia, della struttura, della distribuzione e della sinecologia dell’habitat, comprendente anche l’inquadramento biogeografico e bioclimatico; ove possibile, indicare il riferimento al piano bioclimatico in accordo con le definizioni utilizzate dalle singole regioni nella ‘Carta delle Serie di vegetazione d’Italia’.
Sottotipi e varianti (compilare se necessario)
Frase diagnostica degli eventuali sottotipi, preceduta dal corrispondente codice numerico di riferimento (codice Corine Biotops) come indicato nel Manuale d’interpretazione EUR/27. Per eventuali sottotipi non presenti nel Manuale, inserire un numero romano progressivo dopo il codice dell’habitat. Eventuali nuovi sottotipi individuati per l’Italia devono avere una valenza prevalentemente biogeografica e, quando possibile, corrispondere ad una tipologia Corine Biotopes. È utile indicare eventuali varianti di carattere ecologico e floristico.
Elenco essenziale, anche nelle dimensioni, che definisca in modo univoco la combinazione di specie (dominanti e/o frequenti) che caratterizzano l’habitat. Includere, oltre alle specie riportate nel Manuale EUR/27 presenti nel territorio italiano (evidenziate in grassetto), le entità necessarie alla diagnosi dell’habitat a livello nazionale. Le specie caratterizzanti i sottotipi, qualora presenti, saranno seguite dal codice numerico relativo. Se opportuno, indicare le specie di interesse conservazionistico con riferimento a quelle degli Allegati II e IV (* = prioritario, # = non prioritario) della Direttiva.
Caratterizzazione sintassonomica dell’habitat: utilizzare quale livello di maggior dettaglio l’alleanza o, quando necessario, la suballeanza. Nel caso di interpretazioni ambigue o di incongruenze sintassonomiche di carattere regionale, è opportuno fornire chiarimenti di maggior dettaglio, tenendo presente che la risoluzione delle problematiche sintassonomiche non è prioritaria in questa sede. I syntaxa caratterizzanti i sottotipi devono essere corredati del relativo codice numerico.
Dinamiche e contatti
Le stazioni accertate della Lomellina sono radure
all’interno di querceti aperti (a farnia) dell'habitat 9190 "Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur" in contatto con boschi degradati a
robinia e coltivi (mais, pioppeti o risaie). Per le stazioni lungo il Sesia e
il Ticino, peraltro da accertare, non si hanno dati fitosociologici recenti.
Collocazione dell’habitat nel Paesaggio vegetale, con riferimento alle analisi sinfitosociologiche e geosinfitosociologiche, in modo da evidenziare le relazioni con altri habitat mettendo in risalto le situazioni di mosaico più complesse. Riportare, nell’ordine, i contatti seriali (dinamici) e quelli catenali che coinvolgono l’habitat, indicando tra parentesi il codice Natura 2000 corrispondente nel caso in cui questi contatti coinvolgano comunità riferibili ad altri habitat della Direttiva. Qualora siano presenti i sottotipi, indicare col relativo codice le eventuali differenze nei contatti dinamici e catenali. Se opportuno, evidenziare l’esistenza di minacce di scomparsa dell’habitat come risultato delle naturali tendenze dinamiche di trasformazione.
Specie alloctone
Sui dossi, le stazioni sono minacciate dalla mini-lepre (Silvilago floridanus) che ha quasi
sostituito il coniglio selvatico autoctono. Tale specie esotica con il suo
calpestio e le sue deiezioni determina un eccessivo consolidamento e
nitrificazione del suolo (il coniglio selvatico, invece, scavando gallerie,
contribuiva con il suo lieve ma costante disturbo al mantenimento
dell’habitat).
Intorno alle stazioni sono presenti boschi degradati a Robinia pseudoacacia che, sporadicamente,
sta incominciando a fare il suo ingresso anche sulle sabbie a Corynephorus; si segnala l’osservazione
di Prunus serotina in prossimità
dell’habitat.
(facoltativo) Se opportuno, evidenziare la vulnerabilità dell’habitat nei confronti di specie aliene invasive.
Distribuzione dell’habitat in Italia
Piemonte, Lombardia
● Dato già presente in BD Natura 2000 e confermato ● Dato già presente in BD Natura 2000 ma dubbio ● Dato già presente in BD Natura 2000 ma errato ● Dato nuovo ● Dato probabile
Sono indicate le sigle delle regioni in cui l'habitat risulta segnalato in base alla banca dati del Ministero. Sono evidenziate in rosso le regioni che non compaiono nella banca dati del Ministero, ma per le quali la presenza dell'habitat è ritenuta certa dai compilatori o dai revisori della scheda; in verde le regioni che non compaiono nella banca dati del Ministero, ma per le quali la presenza dell'habitat è ritenuta possibile/probabile dai compilatori o dai revisori della scheda; in blu le regioni, già presenti nella banca dati del Ministero, per le quali la presenza dell'habitat è da escludere. (Sigle delle regioni italiane: AB= Abruzzo, BS= Basilicata, CL= Calabria, CM= Campania, EM= Emilia-Romagna, FR= Friuli Venezia Giulia, LG= Liguria, LM= Lombardia, LZ= Lazio, ML= Molise, MR= Marche, PG=Puglia, PM= Piemonte, SC= Sicilia, SR= Sardegna, TR= Trentino-Alto Adige, TS= Toscana, UM= Umbria, VL= Valle d'Aosta, VN= Veneto)
Note
In Italia, trovandosi l’habitat in stazioni disgiunte
rispetto all’areale principale europeo, mancano alcune specie a distribuzione
mediterraneo-atlantica o atlantico-settentrionale, quali Spergula morisonii e Carex
arenaria.
Tale habitat è accertato in due località in provincia di
Pavia (dossi di Remondò e di Cergnago). Potrebbe essere presente anche in
alcune località lungo il Sesia e il Ticino, su depositi sabbiosi silicei, dove
sono segnalate stazioni a Corynephorus
canescens, ma di cui non si hanno dati fitosociologici o elenchi floristici.
Per il numero limitato di
stazioni in cui è presente, in Italia potrebbe essere considerato prioritario; tenendo
comunque in considerazione che anche in Europa, durante gli ultimi decenni, le
praterie acidofile secche dominate da C.
canescens sono diventate sempre più rare e attualmente risultano più
minacciate delle praterie calcaree e delle paludi (Jentsch e Beyschlag, 2003).
Commenti rispetto al Manuale d’interpretazione EUR/27. Evidenziare eventuali carenze e/o incongruenze del Manuale europeo rispetto alla situazione italiana, notificando eventualmente il livello di priorità che l’habitat assume nel territorio italiano e motivando l’aggiunta o la rimozione di sottotipi rispetto a quelli elencati nel Manuale europeo. Evidenziare i casi di possibile confusione con altri habitat, specificando le differenze e i criteri per distinguere i tipi.
Riferimenti Bibliografici
Assini
S., 2007 – Vegetazione pioniera dei
dossi della Lomellina (PV – Italia settentrionale). Fitosociologia, 44(2),
suppl.1: 299-302.
Bertossi
F., 1950 – Appunti geobotanici su di
un “dosso” sabbioso della Lomellina (Pavia). Atti Ist. Bot. Lab. Critt. Univ. Pavia,
ser. 5, 9: 227-240.
Corbetta
F., 1968. Cenni sulla vegetazione di
un lembo relitto dei sabbioni lomellini presso Cergnago (Pavia). Not. Fitosoc., 5: 25-31.
Jentsch A.,
Beyschlag W., 2003 – Vegetation ecology of dry acidic
grasslands in the lowland area of central Europe.
Flora, 198: 3-25.
Bibliografia completa di tutti i riferimenti disponibili, anche se ridondanti. È opportuno fornire per ogni scheda tutte le indicazioni bibliografiche che siano di aiuto all’interpretazione e alla conoscenza dell’habitat e dei corrispondenti tipi di vegetazione a livello regionale (riferimenti diversi da quelli già inseriti nel database “PHYSIS”). È comunque previsto l’allestimento di una bibliografia di carattere generale che riguardi l’intero manuale, in cui siano incluse anche le flore e i manuali regionali.
Riferimenti Bibliografici online
Blunt A. G.,
2008 - A comparative study of Corynephorus
canescens (L.) P. Beauv. communities of inland sand dunes in England and Poland. PhD Thesis, http://wlv.openrepository.com/wlv/bitstream/2436/31434/1/A_G_Blunt_2008.pdf
Bibliografia presente sul web (riferimenti diversi da quelli già inseriti nel database “PHYSIS”).