Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Lepidotteri

Erannis ankeraria (Staudinger, 1861)

Nome comune:Ibernia di Anker
Nome Direttiva Habitat:Erannis ankeraria
Codice Specie:4033

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

<i>Erannis ankeraria</i>

Erannis ankeraria

Gianluca Bencivenga, 2010-03-19

Come riconoscerla

Lepidottero Geometride caratterizzato da un evidente dimorfismo sessuale, con femmine attere e maschi alati (apertura alare maschio: 30–40 mm). Presenta ali anteriori ampie, alte e triangolari con apice arrotondato, di colore sabbia e minutamente spolverate di grigio, provviste di linee trasverse grigie sottili e poco evidenti. Le ali posteriori sono tondeggianti, di colore bianco-giallastro molto pallido, con un piccolo punto discale grigio. Le antenne sono bipettinate nel maschio, filiformi nella femmina; capo, torace e addome sono color sabbia nel maschio. La femmina è biancastra irrorata di bruno-nero con una fascia dorsale scura.

Erannis ankeraria può essere confusa con alcune specie italiane, soprattutto dei generi Erannis Hubner 1825 e Agriopis Hubner, 1825. E. defoliaria (Clerck, 1759) presenta solitamente maschi dal disegno assai più marcato, con aree chiare e scure ed inoltre, le forme con ali anteriori di colore uniforme della stessa sono sempre distinguibili per la tinta più scura, bruno-rossiccia. La femmina di E. defoliaria è più irregolarmente maculata di scuro. I maschi di Agriopis aurantiaria (Hubner, 1799) e A. marginaria (Fabricius, 1776), non esibiscono il forte contrasto di colorazione tra ali anteriori e posteriori che si osserva in E. ankeraria; caratteristici sono inoltre i punti neri internervulari sul margine delle ali, presenti regolarmente in A. marginaria e talvolta anche in A. aurantiaria, e i moncherini alari delle rispettive femmine. Il bruco di Erannis ankeraria è verde con deboli linee longitudinali alle prime età e vira successivamente al bruno-giallo, divenendo pressoché indistinguibile da quello della congenere E. defoliaria.

Ecologia e biologia

Erannis ankeraria è legata ad habitat forestali a prevalenza di roverella (Quercus pubescens) dell’orizzonte submediterraneo, a quote non elevate, di norma non superiori a 600 m. Le larve, che si possono osservare tra maggio e giugno, si sviluppano a spese di diverse specie di quercia, in particolare della roverella. La specie è monovoltina, gli adulti sono ad attività notturna e si rinvengono tra fine febbraio e inizio aprile; lo svernamento avviene nel terreno allo stadio di pupa.

Distribuzione

La specie è distribuita dalla regione adriatica attraverso l’Europa sudorientale e l’Asia Minore fino all’Iran settentrionale e al Turkmenistan. In Italia, la presenza di questa specie è stata accertata solo in alcune località del  versante centro-meridionale adriatico.

Una popolazione di questa specie è stata rinvenuta in Umbria (Monte Subasio) ed è la prima segnalazione ad ovest dell’asse principale degli Appennini e pertanto il sito  più occidentale del suo areale.

Regione biogeografica

Mediterranea; Continentale

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
NE-Not Evaluated NE-Non Valutata - - -

Pressioni IUCN: B02.02- Disboscamento (taglio raso, rimozione di tutti gli alberi); B03- Sfruttamento forestale senza ripiantumazione o riscrescita naturale (diminuzione dell'area forestata)

Minacce IUCN: B02.02- Disboscamento (taglio raso, rimozione di tutti gli alberi)

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]

TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE: 

sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato o di habitat con caratteristiche idonee per la specie (querceti maturi).

periodo: metà febbraio - marzo.

meteo: giornata non ventosa; monitorare temperatura e velocità del vento perché il tempo influenza il volo dei lepidotteri (in questa specie la femmina è attera).

orario: dal tramonto, per tutta la notte.

frequenza: 1 sopralluogo/settimana.

operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.

tecnica (notturna):  si tratta di una specie crepuscolare e notturna, pertanto il monitoraggio non può essere effettuato mediante la metodologia del transetto. In alternativa, grazie all’attrazione esercitata dalle luci artificiali sugli adulti,  si usano trappole luminose o anche alcuni punti luminosi abbastanza isolati dai centri abitati  come lampioni, luci esterne di case isolate o fattorie, ecc.

1) Uso di trappola luminosa con tubo fluorescente attinico da 15W alimentata da batteria portatile e provvista di interruttore crepuscolare (accensione dopo il tramonto e spegnimento all’alba)  e provvista di contenitore sottostante per la raccolta delle falene. Il giorno successivo la trappola andrà esaminata poco dopo l’alba (per evitare che la luce solare e il caldo deteriorino gli individui) per registrare le specie e il relativo numero di individui presenti e procedere alla loro liberazione. 

2) Uso di trappola luminosa con lampada (luce bianca –lampada a vapori di mercurio da 150-250 W) che proietta su un telo bianco-lucido di circa 2m x 2m alimentata da un generatore  portatile. Porre un telo bianco anche sotto le luci per raccogliere gli esemplari che si orientano verso la fonte luminosa. L’operatore effettua dei rilievi notturni in modo cadenzato per registrare le specie e il relativo numero di individui.

L’uso contemporaneo di entrambe le tecniche (1 e 2) permette una combinazione di diverse fonti luminose (lampadina UV e una lampada a vapori di mercurio) e di tempi di campionamento (da tutta la notte a un specifico intervallo orario) che di norma è più efficace.

 

Indicatori:

-POPOLAZIONE: N. di individui maturi (N. esatto o Min-Max o Classe) per trappola luminosa/campionamento; N. di individui maturi per ettaro (densità: n/ha; min-max/ha; classe/ha) in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.

-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (km2).

-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato.

Bibliografia

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.

Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A., Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.

Zerunian Z., Zilli A., 2014. The Macrolepidoptera of Mt Subasio (Umbria, Central Italy). Lepidoptera research in areas with high biodiversity potential in Italy, Volume 1. Natura Edizioni Scientifiche.

Bibliografia web

Autore di riferimento

Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210027-Monte Subasio (sommità)

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa