Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Lepidotteri

Phengaris arion (Linnaeus, 1758)

Nome comune:Maculinea del timo
Nome Direttiva Habitat:Maculinea arion
Codice Specie:1058

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

<i>Phengaris arion</i>

Phengaris arion

Stefano Tito, 2012-06-06

Come riconoscerla

Lepidottero Licenide caratterizzato, in visione dorsale, da ali di colore blu violaceo con ampi bordi bruni (lunghezza ala anteriore: 15–26 mm). Sono presenti una serie di macchie scure allungate a forma di goccia, sviluppate soprattutto nella femmina. Nelle ali posteriori tali macchie sono nettamente ridotte e puntiformi, talvolta offuscate o in larga parte obliterate. Su entrambe le paia di ali vi è inoltre una serie di punti scuri antemarginali che però risultano scarsamente visibili sulle anteriori, mentre sulle posteriori tendono ad essere più distinti. L’estensione dei disegni scuri e l’ampiezza degli stessi bordi marginali sono assai variabili. Ventralmente le ali sono grigio chiaro, leggermente soffuse di celeste nell’area basale delle posteriori, con numerosi punti neri orlati di chiaro. Le antenne sono anellate di grigio chiaro e nero, con clava scura; capo, torace e addome sono grigi, con riflessi bluastri che interessano soprattutto la pubescenza dorsale del torace. Il  bruco maturo è di colore biancastro leggermente rosato e con microsetole sparse, convesso dorsalmente e relativamente appiattito ventralmente.

Ecologia e biologia

È una specie xero-termofila associata a pendii erbosi aridi e soleggiati dal piano basale fino a 1800 m di quota. La specie è monovoltina, il periodo di massima attività degli adulti è compreso tra la fine di maggio e la fine di luglio, in funzione della latitudine e della quota. Gli adulti volano in ambienti prativi con erba bassa e non si spostano molto dalla zona di schiusa. Ogni femmina depone fino a circa 300 uova. Le larve si sviluppano inizialmente a spese di infiorescenze di origano (Origanum vulgare) e timo (Thymus serpyllum; T. pulegioides), dopo la terza muta si lasciano cadere al suolo e si fanno adottare da formiche del genere Myrmica Latreille 1804 (in particolare M. sabuleti Meinert, 1861 e M. scabrinodis Nylander, 1846) che leccano avidamente un liquido a base di aminoacidi e zuccheri secreto dai bruchi grazie ad un organo dorsale situato sul settimo segmento addominale. Recenti studi evidenziano che i bruchi sono in grado di emettere un suono molto simile a quello della formica regina per essere trasportate nel formicaio e per avanzare nello status sociale della colonia grazie ad un organo stridulante. All’interno del formicaio le larve continuano a produrre la secrezione gradita alle formiche e, pur nutrendosi di uova, larve e pre-ninfe degli ospiti sino all’inizio dell’inverno, quando subentra la diapausa, non vengono attaccate. In primavera i bruchi riprendono a nutrirsi per un breve periodo, per poi impuparsi nelle parti più superficiali del formicaio. Lo stadio di crisalide dura circa tre settimane.

Distribuzione

Phengaris arion è ampiamente diffusa in tutto il settore temperato dell’Eurasia, ad eccezione delle più estreme regioni orientali e, in Europa, del Portogallo, Irlanda, Islanda e Scandinavia nord-occidentale. In Italia la specie è presente in tutta l’area continentale e peninsulare, ma manca nelle isole. In Umbria è distribuita nella fascia centro-orientale della regione, frequenta i prati collinari e montani limitrofi ai boschi.

Regione biogeografica

Mediterranea; Continentale

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
NT-Near Threatened LC-Minor Preoccupazione Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette - -

Pressioni IUCN: A03.03- Abbandono/assenza di mietitura; A04.03- Abbandono dei sistemi pastorali, assenza di pascolo; M01.01- Modifica delle temperature (es.aumento delle temperature/estremi)

Minacce IUCN: A03.03- Abbandono/assenza di mietitura; A04.03- Abbandono dei sistemi pastorali, assenza di pascolo; M01.01- Modifica delle temperature (es.aumento delle temperature/estremi)

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]

TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE: 

sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato

periodo: 15 maggio – 15 luglio

meteo: giornata soleggiata non ventosa; monitorare temperatura, velocità del vento e luminosità  perché le condizioni meteo influenzano il volo dei lepidotteri.

orario: 10.00 - 16.00

frequenza: 1 sopralluogo/settimana della durata di 3 ore

operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.

tecnica: cattura-marcatura-ricattura degli adulti; cattura mediante retino entomologico;  marcatura: numerazione da effettuare in zone idonee delle ali con un colorante non tossico e resistente.

superficie: 3 aree di 100 m di lato o transetto di un chilometro.  Le aree monitorate devono essere rappresentative del sito indagato. Gli individui che si vedono a destra e a sinistra del transetto (per una fascia di alcuni metri, fino a 5 m) vanno considerati.

MONITORAGGIO PER VERIFICARE LA PRESENZA DELLA SPECIE: Transetti georeferenziati lineari in territori con habitat potenziali dove la specie non è stata ben documentata, per segnalarne la presenza (avvistamento o cattura-rilascio con retino entomologico).

 

Indicatori:

-POPOLAZIONE: N. di individui maturi (N. esatto o Min-Max o Classe) per ettaro (densità: n/ha; min-max/ha; classe/ha) in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.

-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (km2).

-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato.

Bibliografia

Assessorato Ambiente della Regione Liguria, Arillo A., Mariotti M., 2007. Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 - Schede per il riconoscimento, la gestione ed il monitoraggio. MANUALI LIBIOSS 2/2005, Genova.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

Gimenez Dixon, M. 1996. Phengaris arion. The IUCN Red List of Threatened Species 1996: e.T12659A3371159.

Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, 2003. Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat.

Pivotti I., Luna M., Goretti E., 2011. Checklist e distribuzione dei lepidotteri Papilionoidei in Umbria (Italia) (Lepidoptera, Papilionoidea). Bollettino dell’Associazione Romana di Entomologia, 66(1-4): 21-87.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.

Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A., Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.

Bibliografia web

http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.1996.RLTS.T12659A3371159.en

Autore di riferimento

Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210047-Monti Serano - Brunette (sommità) ZSC-ZSC IT5210037-Selva di Cupigliolo ZSC-ZSC IT5210038-Sasso di Pale ZSC-ZSC IT5220013-Monte Torre Maggiore (Monti Martani) ZSC-ZSC IT5220023-Monti San Pancrazio - Oriolo ZSC-ZSC IT5210073-Alto Bacino del Torrente Lama ZSC-ZSC IT5210060-Monte Il Cerchio (Monti Martani) ZSC-ZSC IT5210063-Monti Coscerno - Civitella - Aspra (sommità) ZSC-ZSC IT5220016-Monte la Pelosa - Colle Fergiara (Valnerina) ZSC-ZSC IT5210027-Monte Subasio (sommità) ZSC-ZSC IT5210001-Boschi di Monti di Sodolungo - Rosso (Città di Castello) ZSC-ZSC IT5210002-Serre di Burano ZSC-ZSC IT5210004-Boschi di Pietralunga ZPS-ZPS IT5210071-Monti Sibillini (versante umbro) ZSC-ZSC IT5210016-Boschi di Castel Rigone ZSC-ZSC IT5210012-Boschi di Montelovesco - Monte delle Portole ZSC-ZSC IT5210042-Lecceta di Sassovivo (Foligno) ZSC-ZSC IT5210062-Monte Maggio (sommità) ZPS-ZPS IT5210072-Palude di Colfiorito ZSC-ZSC IT5210067-Monti Pizzuto - Alvagnano

Specie citata nei seguenti allegati:
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa