Nome comune: | Mnemosine |
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Nome Direttiva Habitat: | Parnassius mnemosyne |
Codice Specie: | 1056 |
Parnassius mnemosyne
Stefano Tito, 2015-06-16
Lepidottero Papilionide dalle ali ampie e arrotondate (lunghezza ala anteriore: 26–34 mm), di colore bianco con venature ben evidenziate in nero. Presenta un paio di macchie nere nella cellula discale delle ali anteriori e, soprattutto nel campo distale di queste ultime, possiede ampie aree traslucide grigiastre; il margine anale delle ali posteriori è interessato da un’estesa irrorazione di squame nere o grigio scuro che spesso si estende lungo il margine inferiore della cellula discale fino al suo margine esterno, in particolare nel sesso femminile. Ventralmente le ali sono identiche rispetto alla visione dorsale, con tinta più opaca. Le antenne sono grigio chiaro, ad eccezione della clava, più scura; capo, torace e addome sono grigi e caratterizzati da abbondante pubescenza, in particolare nel maschio. Dopo l’accoppiamento, nelle femmine si osserva una vistosa protuberanza scura di consistenza cornea (“sphragis”), secreta dal maschio ed avente funzione di “sigillo di copulazione”, in posizione ventrale all’apice dell’addome. Il bruco maturo è nero con una serie dorso-laterale di macchie grandi e piccole di colore variabile dal giallo all’arancione e corte setole nere diffuse su tutto il corpo. Questa specie si distingue facilmente dall’altra specie del genere Parnassius presente in Umbria, P. apollo (Linnaeus 1758), grazie alla totale assenza di macchie rosse nelle ali. In volo è facile confonderla con la Pieride del biancospino (Aporia crataegi Linnaeus 1758), anch’essa di colore bianco con venature nere evidenti, il cui volo è però più erratico, meno caratterizzato da tratti di volo planato orizzontali ed a modesta distanza dal suolo come invece si osserva in P. mnemosyne.
La specie è associata a radure e prati freschi in ambienti montani fino a 1800 m di quota, solitamente ai margini di boschi moderatamente aperti di latifoglie, soprattutto di faggio, nel cui sottobosco crescono le piante nutrici delle larve, diverse specie del genere Corydalis. Nei siti in cui sono presenti più specie di questa pianta, sembra che solo l’una o l’altra venga utilizzata. Gli adulti presentano preferenze nettarivore piuttosto variate, in particolare sono attirati dai fiori di Centaurea sp., Knautia sp., Geranium sp. e Lychnis sp. Gli adulti volano in un’unica generazione con schiuse prolungate tra la metà di maggio e gli inizi di agosto, ma il periodo di massima abbondanza coincide generalmente con i mesi di giugno e luglio. Le uova sono deposte principalmente su foglie e fusti appassiti della pianta nutrice e anche sugli steli di altre piante morte, pietre o rocce, solo se molto vicino alle piante nutrici. Lo svernamento avviene di regola allo stadio di bruco all’interno del corion, ma in caso di schiusa autunnale sono direttamente le giovani larve che oltrepassano l’inverno. La ninfosi avviene all’interno di un bozzolo nella lettiera.
Parnassius mnemosyne è diffusa dalla Scandinavia e dai Pirenei fino in Asia centrale. In Italia la specie è relativamente localizzata, nonostante un’ampia distribuzione geografica che si estende dalle Alpi agli Appennini, fino in Sicilia sui Nebrodi e sulle Madonie. In Umbria è abbastanza comune sul versante appenninico della regione, a quote medio-alte, con popolazioni numerose. Al difuori dall’Appennino si rinviene principalmente sul Monte Subasio, sui Monti Serano-Brunette e sui Piani di Gavelli.
3° Report ex-Art. 17 | IUCN globale | IUCN Italia | convenzione di Berna | SPEC | CITES | |
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RBC | RBM | |||||
↓ | NE-Not Evaluated | LC-Minor Preoccupazione | Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette | - | - |
Pressioni IUCN: A04.03- Abbandono dei sistemi pastorali, assenza di pascolo; M01.01- Modifica delle temperature (es.aumento delle temperature/estremi)
Minacce IUCN: A04.03- Abbandono dei sistemi pastorali, assenza di pascolo; M01.01- Modifica delle temperature (es.aumento delle temperature/estremi)
[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]
TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE:
sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato
periodo: : 1 giugno – 15 luglio
meteo: giornata soleggiata non ventosa; monitorare temperatura, velocità del vento e luminosità perché le condizioni meteo influenzano il volo dei lepidotteri.
orario: 10.00 - 16.00
frequenza: 1 sopralluogo/settimana della durata di 3 ore
operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.
tecnica: cattura-marcatura-ricattura degli adulti; cattura mediante retino entomologico; marcatura: numerazione da effettuare in zone idonee delle ali con un colorante non tossico e resistente.
superficie: 3 aree di 100 m di lato o transetto di un chilometro. Le aree monitorate devono essere rappresentative del sito indagato. Gli individui che si vedono a destra e a sinistra del transetto (per una fascia di alcuni metri, fino a 5 m) vanno considerati.
MONITORAGGIO PER VERIFICARE LA PRESENZA DELLA SPECIE: Transetti georeferenziati lineari in territori con habitat potenziali dove la specie non è stata ben documentata, per segnalarne la presenza (avvistamento o cattura-rilascio con retino entomologico).
Indicatori:
-POPOLAZIONE: N. di individui maturi (N. esatto o Min-Max o Classe) per ettaro (densità: n/ha; min-max/ha; classe/ha) in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.
-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (km2).
-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato.
Assessorato Ambiente della Regione Liguria, Arillo A., Mariotti M., 2007. Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 - Schede per il riconoscimento, la gestione ed il monitoraggio. MANUALI LIBIOSS 2/2005, Genova.
Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.
Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, 2003. Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat.
Pivotti I., Luna M., Goretti E., 2011. Checklist e distribuzione dei lepidotteri Papilionoidei in Umbria (Italia) (Lepidoptera, Papilionoidea). Bollettino dell’Associazione Romana di Entomologia, 66(1-4): 21-87.
Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.
Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A., Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.
Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini
Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:
Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210014-Monti Maggio - Nero (sommità) ZSC-ZSC IT5210047-Monti Serano - Brunette (sommità) ZSC-ZSC IT5220023-Monti San Pancrazio - Oriolo ZSC-ZSC IT5210068-Laghetto e Piano di Gavelli (Monte Coscerno) ZSC-ZSC IT5210063-Monti Coscerno - Civitella - Aspra (sommità) ZSC-ZSC IT5220016-Monte la Pelosa - Colle Fergiara (Valnerina) ZSC-ZSC IT5210027-Monte Subasio (sommità) ZPS-ZPS IT5210071-Monti Sibillini (versante umbro) ZSC-ZSC IT5220021-Piani di Ruschio (Stroncone) ZSC-ZSC IT5210009-Monte Cucco (sommità) ZSC-ZSC IT5210076-Monte Alago (Nocera Umbra) ZSC-ZSC IT5210067-Monti Pizzuto - Alvagnano
Specie citata nei seguenti allegati:
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa