Nome comune: | Bombice del prugnolo |
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Nome Direttiva Habitat: | Eriogaster catax |
Codice Specie: | 1074 |
Eriogaster catax
Gianluca Bencivenga, 2016-10-19
Lepidottero Lasiocampide di piccole dimensioni (apertura alare: 27–35 mm) dal vivace colore di fondo fulvo arancione nel maschio e bruno rossiccio nella femmina, presenta ali anteriori con campo mediano individuato da fasce ante e postmediana (la prima spesso evanescente nella femmina) e un evidente punto bianco discale orlato di scuro e area antemarginale di tinta più cupa del colore di fondo. Le ali posteriori sono relativamente piccole e prive di ornamentazione. Le antenne sono bipettinate nel maschio (peculiare carattere di dimorfismo sessuale), sottili nella femmina; il corpo è fittamente pubescente e provvisto nella femmina di un vistoso ciuffo di squame grigie all’estremità. Il bruco maturo presenta sul dorso dei cuscinetti di peli corti e fitti di colore bruno rossiccio, ai lati dei quali corre una banda con un complesso reticolo di tratti bianchi e bluastri; tutto il corpo e inoltre provvisto di vistosi ciuffi di peli bianco-giallastri.
L’unica specie della fauna italiana simile a Eriogaster catax è E. rimicola (Denis & Schiffermuller, 1775), di colore bruno rossiccio in entrambi i sessi, con ali anteriori prive di evidenti bande trasversali e punto discale bianco non orlato di scuro.
L’ambiente elettivo della specie è rappresentato dai cespuglieti a portamento arbustivo. Il bruco si nutre principalmente di piante di prugnolo (Prunus spinosa)ma anche biancospino (Crataegus spp.). Talvolta le piante nutrici possono essere Pyrus, Betula, Populus, Quercus e Ulmus. La specie si rinviene a quote comprese tra il livello del mare ed i 1100 metri.
Gli individui adulti, soprattutto maschi, vengono attratti da luci artificiali praticamente solo al crepuscolo .Dato il periodo di volo tardo-autunnale, periodo in cui i campionamenti al lume non sono molto assidui, la specie tende probabilmente ad essere sottostimata rispetto alla sua effettiva diffusione e abbondanza. La frequenza con cui si incontrano le larve della specie dimostra che questa è certamente più comune ed abbondante di quanto non indichino i reperti degli adulti. La femmina depone le uova, in ammassi impastati coi peli dell’addome su rami e tronchi, che schiudono la primavera successiva. Le larve che ne emergono sono gregarie fino al II o III stadio larvale (instar) e vivono in dei tipici nidi sericei di colore bianco. Le larve sono frequentemente soggette a parassitosi. La specie è monovoltina, ma sono stati frequentemente segnalati casi di durata dello stadio pupale per più anni. L’impupamento avviene all’inizio di luglio e gli adulti volano dalla metà di ottobre agli inizi di novembre, al tramonto e vengono attratti dalle fonti luminose artificiali soltanto al crepuscolo.
Eriogaster catax è distribuita dall’Europa centro-meridionale a est fino agli Urali ed il Medio Oriente. Nell’ambito dell’areale è distribuita a macchia di leopardo con grandi aree in cui è assente. In diverse parti d’Italia la si può rinvenire con relativa continuità dal livello del mare fino a circa 1100 m di quota, in aree non eccessivamente fredde. In Umbria la specie è stata rilevata principalmente nella parte meridionale della regione e rinvenuta fino a circa 1100 metri (zona umida di Gavelli).
3° Report ex-Art. 17 | IUCN globale | IUCN Italia | convenzione di Berna | SPEC | CITES | |
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RBC | RBM | |||||
? | DD-Data Deficient | NE-Non Valutata | Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette | - | - |
Pressioni IUCN: A10.01- Rimozioni di siepi e boscaglie
Minacce IUCN: A10.01- Rimozioni di siepi e boscaglie
[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]
TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE:
sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato o dove è consistente la colonizzazione dalle piante nutrici.
periodo: adulti: 1 ottobre e il 15 novembre; larve: aprile.
meteo: giornata non ventosa; monitorare temperatura e velocità del vento perché le condizioni meteo influenzano il volo dei lepidotteri.
orario: adulti: poco prima e poco dopo il tramonto; larve: giorno.
frequenza: 1 sopralluogo/settimana della durata di almeno 2 ore.
operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.
tecnica (adulti): si tratta di una specie crepuscolare e notturna, pertanto il monitoraggio non può essere effettuato mediante la metodologia del transetto. In alternativa, grazie all’attrazione esercitata dalle luci artificiali sugli adulti (principalmente maschi) si possono utilizzare trappole luminose. Uso di trappola luminosa con lampada (luce bianca – lampada a vapori di mercurio da 150 a 250 W) che proietta su un telo bianco-lucido di circa 2m x 2m alimentata da un generatore portatile. Porre un telo bianco anche sotto le luci per raccogliere gli esemplari che si orientano verso la fonte luminosa. Gli operatori effettuano i rilievi notturni e registrano la presenza della specie, l’orario di comparsa, il numero di individui e il relativo sesso.
tecnica (larve): la femmina costruisce un manicotto di peli per le uova sulla pianta nutrice, di norma il prugnolo. In un’area prestabilita (un ettaro) si procede con il conteggio dei nidi. Successivamente si conteggiano le larve, gregarie fino al II o III instar, all’interno del nido sericeo.
Indicatori:
-POPOLAZIONE: N. di individui adulti (N. esatto o Min-Max o Classe) per trappola luminosa/campionamento; N. di ovideposizioni e N. di larve per nido (densità: n/ha; min-max/ha; classe/ha) in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.
-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (ettari).
-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato (ettari).
Assessorato Ambiente della Regione Liguria, Arillo A., Mariotti M., 2007. Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 - Schede per il riconoscimento, la gestione ed il monitoraggio. MANUALI LIBIOSS 2/2005, Genova.
Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.
Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, 2003. Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat.
Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.
Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A., Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.
World Conservation Monitoring Centre. 1996. Eriogaster catax. The IUCN Red List of Threatened Species 1996: e.T8029A12883403.
http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.1996.RLTS.T8029A12883403.en
Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini
Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:
Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5220002-Selva di Meana (Allerona) ZSC-ZSC IT5210060-Monte Il Cerchio (Monti Martani) ZSC-ZSC IT5210068-Laghetto e Piano di Gavelli (Monte Coscerno) ZSC-ZSC IT5210027-Monte Subasio (sommità) ZPS-ZPS IT5220025-Bassa Valnerina: Monte Fionchi - Cascata delle Marmore ZPS-ZPS IT5220024-Valle del Tevere: Laghi di Corbara - Alviano ZSC-ZSC IT5210066-Media Val Casana (Monti Coscerno - Civitella)
Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa