Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Coleotteri

Rosalia alpina (Linnaeus, 1758)

Nome comune:Rosalia alpina
Nome Direttiva Habitat:Rosalia alpina*
Codice Specie:1087

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

Rosalia alpina

Gianluca Bencivenga, 2015-08-07

Come riconoscerla

La specie (adulto di taglia pari a 15–40 mm) è facilmente identificabile grazie alla sua livrea azzurro cenere (incluse zampe e antenne), munita di una macchia nera sul capo, una sulla porzione anteriore del pronoto, e diverse sulle elitre. Le macchie sulle elitre presentano un pattern peculiare per ogni individuo. Le antenne presentano invece un’alternanza regolare tra segmenti azzurri e neri. La stessa colorazione alternata si ritrova anche nelle zampe. I segmenti neri delle antenne presentano una pubescenza nettamente visibile ad occhio nudo. Alcune popolazioni possono presentare elitre interamente scure, mentre in altri casi sono completamente prive di macchie. La lunghezza delle antenne supera quella del corpo, talvolta raddoppiandola negli esemplari maschi. Gli angoli laterali del pronoto sono marcatamente spigolosi, le elitre tendenzialmente piatte e parallele. Le femmine hanno dimensioni maggiori rispetto ai maschi, ma presentano antenne più corte, arrivando al massimo a uguagliare la lunghezza del corpo. Inoltre i maschi hanno, a livello delle mandibole, delle espansioni laterali assenti nelle femmine. Le larve sono bianche e carnose, hanno un capo sclerificato di colore arancione-rosso, di colore nero intorno alla zona boccale; l’addome presenta una serie di cuscinetti carnosi sul margine dorsale e ventrale di ciascun segmento, ad eccezione degli ultimi, in modo da facilitare gli spostamenti in conseguenza del ridotto sviluppo delle zampe. Le larve sono di dimensioni pari a 28–30 mm.

Ecologia e biologia

Questa specie è associata alla presenza di faggete termofile e ben strutturate, sino a circa 1500 m di quota. Occasionalmente può colonizzare specie arboree differenti, come acero, olmo, frassino, castagno e ontano.

Dopo l’accoppiamento, le uova sono deposte nel legno secco di alberi senescenti ma vivi, ancora in piedi ed esposti al sole. Occasionalmente l’ovideposizione può avere luogo anche su ceppaie o grossi rami appoggiati al suolo. Le larve si sviluppano in due-tre anni e scavano gallerie relativamente superficiali; prima dell’ultima stagione invernale esse si avvicinano alla corteccia; la ninfosi avviene in una cella costruita tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Lo sfarfallamento degli adulti può variare a seconda della regione e dell’altitudine, ma generalmente avviene tra maggio e agosto. In Italia, il periodo di maggior attività della specie è compreso tra inizio luglio e fine agosto, in giornate molto soleggiate. I fori di sfarfallamento, ellittici, hanno lunghezza di 6–12 mm e larghezza di 4–8 mm, con l’asse più lungo generalmente orientato secondo la direzione delle fibre legnose.

Distribuzione

R. alpina è diffusa in Europa centro-meridionale, Turchia settentrionale, regione caucasica e transcaucasica. In Italia la specie è distribuita con popolazioni localizzate lungo l’arco alpino, e su tutta la catena appenninica, incluse le regioni meridionali. La specie è presente anche in Sicilia, mentre è assente in Sardegna. In Umbria, R. alpina è stata segnalata su tutta la fascia appenninica, in particolare è assidua la sua presenza sui rilievi di Monte Cucco.

Regione biogeografica

Mediterranea; Continentale

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
VU-Vulnerable NT-Quasi Minacciata Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette - -

Pressioni IUCN: B02.04- Rimozione di alberi morti e deperienti; B07- Attività forestali non elencate (es. erosione causata dal disboscamento, frammentazione); F03.02.01- collezione di animali (insetti, rettili, anfibi)

Minacce IUCN: B02.04- Rimozione di alberi morti e deperienti; F03.02.01- collezione di animali (insetti, rettili, anfibi)

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]

TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE: 

sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato

periodo: 1 luglio - 31 agosto

meteo: giornata calda,  senza pioggia non ventosa (specie termofila); monitorare temperatura e velocità del vento perché le condizioni meteo influenzano l’attività degli adulti.

orario: 13.00 – 17.00.

frequenza: 1 sopralluogo/settimana della durata di 4 ore

operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.

tecnica: cattura-marcatura-ricattura degli adulti mediante foto-identificazione delle macchie nere delle elitre caratterizzanti ogni individuo. Cattura manuale, coadiuvata anche attraverso un retino entomologico, dopo una ricerca a vista, trattandosi di coleotteri poco vagili e scarsamente attratti dalle miscele alcolico-zuccherine. Gli individui devono essere cercati principalmente su piante vetuste di faggio con chiari sintomi di deperimento, monconi di alberi morti in piedi, alberi sradicati, ceppaie con radici interrate, grossi rami spezzati a terra, cataste di legna, ecc. (Campanaro et al. 2011).

Metodo del transetto: consiste nel conteggiare gli individui adulti avvistati lungo un percorso predefinito all’interno di un bosco maturo di faggi munito di siti dove sono presenti faggi senescenti con segni di deperimento.

superficie: minimo 3 transetti georeferenziati lineari lunghi 1.0 km.

MONITORAGGIO PER VERIFICARE LA PRESENZA DELLA SPECIE: transetti georeferenziati lineari in territori con habitat potenziali dove la specie non è stata ben documentata per segnalarne la presenza mediante la ricerca dei caratteristici fori di uscita  delle larve su vecchi faggi senescenti (fori ellittici, in media lunghi 10 mm e larghi 6 mm).

 

Indicatori:

-POPOLAZIONE: N. di individui maturi (N. esatto o Min-Max o Classe) per km in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.

-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (km2).

-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato.

Bibliografia

Assessorato Ambiente della Regione Liguria, Arillo A., Mariotti M., 2007. Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 - Schede per il riconoscimento, la gestione ed il monitoraggio. MANUALI LIBIOSS 2/2005, Genova.

Audisio, P., Baviera, C., Carpaneto, G.M., Biscaccianti, A.B., Battistoni, A., Teofili, C., Rondinini, C. (compilatori), 2014. Lista Rossa IUCN dei Coleotteri saproxilici Italiani. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma.

Campanaro A., Bardiani M., Spada L., Carnevali L., Montalto F., Antonini G., Mason F., Audisio P., 2011. Linee Guida per il monitoraggio e la conservazione dell’entomofauna saproxilica / Guidelines for monitoring and conservation of saproxylic insects. Quaderni Conservazione Habitat, 6. Cierre Grafica, Verona, 8 pp. + CD-ROM.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, 2003. Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.

Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A., Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.

World Conservation Monitoring Centre. 1996. Rosalia alpina. The IUCN Red List of Threatened Species 1996: e.T19743A9009447.

Bibliografia web

http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.1996.RLTS.T19743A9009447.en

Autore di riferimento

Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210014-Monti Maggio - Nero (sommità) ZSC-ZSC IT5210066-Media Val Casana (Monti Coscerno - Civitella) ZSC-ZSC IT5220015-Fosso Salto del Cieco (Ferentillo) ZSC-ZSC IT5210008-Valle del Rio Freddo (Monte Cucco) ZSC-ZSC IT5210063-Monti Coscerno - Civitella - Aspra (sommità) ZPS-ZPS IT5210071-Monti Sibillini (versante umbro) ZPS-ZPS IT5220025-Bassa Valnerina: Monte Fionchi - Cascata delle Marmore ZSC-ZSC IT5210009-Monte Cucco (sommità) ZSC-ZSC IT5210067-Monti Pizzuto - Alvagnano

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa