Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Lepidotteri

Proserpinus proserpina (Pallas, 1772)

Nome comune:Proserpina
Nome Direttiva Habitat:Proserpinus proserpina
Codice Specie:1076

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

Come riconoscerla

Lepidottero Sfingide di piccole dimensioni (apertura alare: 32–60 mm) con ali anteriori dal margine frastagliato e di colore verde oliva-beige attraversate da una fascia mediana verde scuro con all’interno una macchia discale nerastra; ali posteriori arancione pallido con una fascia distale scura, bruno-nera. Dimorfismo sessuale ridotto a lievi differenze nelle dimensioni, maggiori nella femmina. Le antenne sono verdastre con apice bianco; capo, torace e addome sono verde oliva-beige. Il bruco può presentarsi in due forme cromatiche fondamentali, verde e bruno nerastra. È una delle poche larve di Sfingidi prive di cornetto caudale, al cui posto si trova un lucido tubercolo discoidale arancione con centro nero.

Proserpinus proserpina non può essere confusa con altre specie della fauna italiana, presenta solamente una vaga somiglianza con Mimas tiliae (Linnaeus, 1758) (Sfinge del tiglio), quest’ultima però presenta dimensioni maggiori e non possiede la colorazione arancione delle ali posteriori.

Ecologia e biologia

Proserpinus proserpina vive in diverse tipologie ambientali come località planiziali, collinari e montane; sugli Appennini non oltrepassa i 1200 m. È possibile trovare questa specie in ampie vallate, ai margini di boschi, a ridosso di radure, o anche lungo le rive di torrenti. La larva si sviluppa a spese di diverse specie di Oenoteraceae (Epilobium spp., Oenothera spp.), mentre gli adulti si nutrono del nettare di varie piante, con preferenza per origano (Origanum vulgare), viperina azzurra (Echium vulgare), caprifogli (Lonicera spp.) e garofani (Dianthus spp.). Il periodo di volo, compreso tra maggio e giugno. L’adulto di norma ha abitudini notturne ma può anche volare in pieno giorno, solo per piccoli intervalli di tempo. Le larve compiono il loro sviluppo in circa 3 settimane, svernano sotto forma di crisalide.

Distribuzione

Proserpinus proserpina è ampiamente diffusa in Europa centrale e meridionale, in Africa nord-occidentale e in Asia sino in Cina. In Italia la specie è molto localizzata e presente sempre in pochi esemplari, ma distribuita in quasi tutte le regioni continentali e peninsulari ed in Sicilia.

La specie è stata rinvenuta molto raramente in Umbria, nella zona meridionale della regione.

Regione biogeografica

Mediterranea; Continentale

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
? DD-Data Deficient NE-Non Valutata Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette - -

Pressioni IUCN: A10.01- Rimozioni di siepi e boscaglie

Minacce IUCN: A10.01- Rimozioni di siepi e boscaglie

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]

TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE: 

sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato

periodo: Adulti: maggio e giugno

meteo: giornata non ventosa; monitorare temperatura e velocità del vento perché il tempo influenza il volo dei lepidotteri.

orario: tecnica diurna, orario 16.00 - 18.00; tecnica notturna dal tramonto, per tutta la notte

frequenza: 1 sopralluogo/settimana

operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.

tecnica diurna: cattura-marcatura-ricattura degli adulti; cattura mediante retino entomologico;  marcatura: numerazione da effettuare in zone idonee delle ali con un colorante non tossico e resistente.

superficie: transetti georeferenziati lineari lunghi 1 km, considerando gli individui che si vedono a destra e a sinistra del transetto (per una fascia di alcuni m, fino a 10 m) vanno considerati.

tecnica notturna:  sfrutta l’attrazione esercitata dalle luci artificiali sugli adulti.

1) Uso di trappola luminosa con tubo fluorescente attinico da 15W alimentata da batteria portatile e provvista di interruttore crepuscolare (accensione dopo il tramonto e spegnimento all’alba)  e provvista di contenitore sottostante per la raccolta delle falene. Il giorno successivo la trappola andrà esaminata poco dopo l’alba (per evitare che la luce solare e il caldo deteriorino gli individui) per registrare le specie e il relativo numero di individui presenti e procedere alla loro liberazione. 

2) Uso di trappola luminosa con lampada (luce bianca – 1 lampada a vapori di mercurio 150-250 W) che proietta su un telo bianco-lucido di circa 2m x 2m alimentata da un generatore  portatile. Porre un telo bianco anche sotto le luci per raccogliere gli esemplari che si orientano verso la fonte luminosa.

L’uso contemporaneo di entrambe le tecniche (1 e 2) permette una combinazione di diverse fonti luminose (lampadina UV e una lampada a vapori di mercurio) e di tempi di campionamento (da tutta la notte a un specifico intervallo orario) che di norma è più efficace.

 

Indicatori:

-POPOLAZIONE: N. di individui maturi (N. esatto o Min-Max o Classe) per trappola luminosa/campionamento; N. di individui maturi per km (densità: n/km; min-max/km; classe/km) in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.

-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (km2).

-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato.

Bibliografia

Assessorato Ambiente della Regione Liguria, Arillo A., Mariotti M., 2007. Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 - Schede per il riconoscimento, la gestione ed il monitoraggio. MANUALI LIBIOSS 2/2005, Genova.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, 2003. Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.

Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A., Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.

World Conservation Monitoring Centre. 1996. Proserpinus proserpina. The IUCN Red List of Threatened Species 1996: e.T18366A8153516.

Bibliografia web

http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.1996.RLTS.T18366A8153516.en

Autore di riferimento

Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210067-Monti Pizzuto - Alvagnano

Specie citata nei seguenti allegati:
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa