Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Coleotteri

Cerambyx cerdo Linnaeus, 1758

Nome comune:Cerambice della quercia
Nome Direttiva Habitat:Cerambyx cerdo
Codice Specie:1088

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

Come riconoscerla

Cerambyx cerdo è uno dei più grossi rappresentanti della famiglia Cerambicidae in Europa (adulto: 24–53 mm). Questo coleottero presenta una colorazione generalmente nera, ad eccezione della porzione apicale delle elitre che è invece rossastra. Le antenne sono nodose fino al quinto segmento, superano ampiamente la lunghezza del corpo nei maschi, la pareggiano nelle femmine. Il pronoto è marcatamente lucido, la pubescenza è poco evidente, non distribuita su tutta l’elitra; l’addome è completamente glabro. Gli apici elitrali sono peculiarmente acuminati e troncati obliquamente nel maschio, tendenzialmente troncati in linea retta nella femmina. Le elitre presentano inoltre una caratteristica spina suturale. Le larve di C. cerdo presentano una colorazione bianca, una consistenza molle e carnosa, un capo sclerificato e di colore arancione-rosso, nero intorno alla zona boccale; l’addome presenta una serie di cuscinetti carnosi sul margine dorsale e ventrale di ciascun segmento, ad eccezione degli ultimi, in modo da facilitare gli spostamenti in conseguenza del mancato sviluppo delle zampe. Le larve di C. cerdo possiedono notevoli dimensioni, superando talvolta i 10 cm negli stadi maturi.

In molte zone d’Italia C. cerdo vive in simpatria con l’affine C. welensii Kuster, 1846, da cui però si distingue per le elitre, che in C. welensii sono brune e meno marcatamente acuminate all’apice. Inoltre C. welensii è caratterizzato da pubescenza evidente, distribuita su tutta l’elitra e anche sull’addome.

Ecologia e biologia

La larva di questa specie è legata per lo sviluppo alla presenza di querce senescenti ma ancora vitali, con predilezione per quelle più esposte al sole. Occasionalmente può colonizzare specie arboree differenti, come noce, frassino, olmo, salici e, più raramente, castagno, faggio e betulla. Si trova facilmente anche in paesaggi rurali e parchi urbani.

L’adulto è presente a partire da giugno sino ad agosto. È attivo prevalentemente nelle ore crepuscolari e le prime ore notturne e si nutre di linfa e frutti maturi. Talvolta è possibile avvistare questa specie in attività anche durante il giorno, nelle ore pomeridiane. Nella norma durante il giorno resta nascosto nei tronchi cavi o dentro le gallerie larvali; la sua presenza è evidenziabile perché lascia sporgere fuori le lunghissime antenne. L’accoppiamento si verifica sul tronco verso sera, dopodiché la femmina col lungo ovopositore introduce isolatamente le uova di colore bianco perlaceo (diametro fino a 1.5 mm) tra le screpolature delle grosse querce. Essendo una specie termofila, di solito viene scelto il lato dell’albero esposto a sud, dove la temperatura è considerevolmente più alta e generalmente le parti basse del tronco, purché sufficientemente illuminate. Alla schiusa, le larve xilofaghe cominciano a scavare, dapprima negli strati corticali, gallerie a sezione ellittica, che si sviluppano e si ingrandiscono irregolarmente riempiendosi di rosura ed escrementi. Quando sono diventate più grosse e robuste, le larve si spingono internamente al tronco scavando gallerie che si addentrano nel legno. Giunte a maturazione nell’autunno del 3° o 4°-5° anno, le larve si spostano di nuovo verso gli strati corticali e preparano nella corteccia un foro ellittico di cui rimane intatto lo strato corticale più esterno. Quindi la larva torna indietro e allarga la galleria a guisa di cella, si dispone in modo da avere la testa in direzione dell’uscita e chiude lo sbocco della cella con un opercolo. Così protetta si trasforma in ninfa già nell’autunno stesso, ma lo sfarfallamento dell’insetto in genere si verifica la primavera successiva.

Distribuzione

Cerambyx cerdo è ampiamente distribuito in ambito Paleartico occidentale, essendo diffuso in tutta l’Europa centrale e meridionale, in Africa settentrionale, Caucaso, Asia minore e Iran. Le popolazioni dell’Europa centrale e settentrionale sono in forte declino, e la specie è da considerare estinta nel Regno Unito e in Svezia continentale. In Italia C. cerdo si trova lungo tutta la penisola e nelle isole maggiori, e si ritrova con frequenza soprattutto all’interno dei parchi urbani, mentre e più raro in ambienti naturali.

In Umbria, C. cerdo è stato segnalato nel settore centro-meridionale della regione.

Regione biogeografica

Mediterranea; Continentale

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
VU-Vulnerable LC-Minor Preoccupazione Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette - -

Pressioni IUCN: B02.02- Disboscamento (taglio raso, rimozione di tutti gli alberi); B02.04- Rimozione di alberi morti e deperienti; J01.01- Incendio (incendio intenzionale della vegetazione esistente); J03.02- Riduzione della connettività degli habitat (frammentazione); K02.01- Modifica della composizione delle specie (successione)

Minacce IUCN: B02.02- Disboscamento (taglio raso, rimozione di tutti gli alberi); B02.04- Rimozione di alberi morti e deperienti; B07- Attività forestali non elencate (es. erosione causata dal disboscamento, frammentazione); G05.05- Manutenzione intensiva dei parchi pubblici, pulitura delle spiagge; J03.02- Riduzione della connettività degli habitat (frammentazione); K02.01- Modifica della composizione delle specie (successione)

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]

TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE: 

sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato

periodo: 15 giugno-15 agosto

meteo: giornata calda,  senza pioggia non ventosa (specie termofila); monitorare temperatura e velocità del vento perché le condizioni meteo influenzano l’attività di volo degli adulti.

orario: 10.00 – 12.00. Ispezione trappole.

frequenza: 1 sopralluogo/settimana della durata di 2 ore

operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.

tecnica: cattura-marcatura-ricattura degli adulti; cattura mediante trappole attrattive;  marcatura: numerazione da effettuare in zone idonee delle elitre o sul lato ventrale dell’insetto in modo da limitarne al minimo la visibilità, con un colorante non tossico e resistente.

Metodo delle trappole: le piante utilizzate per la collocazione delle trappole aeree sono le stesse su cui avviene lo sviluppo larvale della specie e dove sono presenti segni evidenti di colonizzazione dovuti a caratteristici fori di sfarfallamento, ellittici, larghi alcuni centimetri. I fori restano visibili per più anni ma quelli legati ad attività recente sono rossastri all’interno e presentano rosura lignea (Buse et al. 2007; Campanaro et al. 2011).  L’esemplare viene catturato vivo, marcato e quindi rilasciato. La trappola risulta  attrattiva per  gli adulti grazie ad una esca costituita da una miscela alcolico zuccherina e frutta. Le trappole vanno controllate quotidianamente, ogni mattina. Gli esemplari sono liberati dopo la marcatura e rilasciati ad almeno 100 m dalla trappola.

Trappola: bottiglia di plastica da 2 litri, la parte superiore è tagliata e reinserita al contrario. La porzione basale della bottiglia è riempita con la sostanza attrattiva (circa 300 ml). Per impedire che gli insetti anneghino nella trappola, sopra il liquido deve essere posizionata una rete metallica, con maglie non più grandi di 2 x 2 mm.

superficie: Le trappole possono essere disposte o lungo un transetto lineare (50 m l’una dall’altra) o ai nodi di maglie “quadrate” di 50 m di lato, o in maniera del tutto casuale.

MONITORAGGIO PER VERIFICARE LA PRESENZA DELLA SPECIE: transetti georeferenziati lineari in territori con habitat potenziali dove la specie non è stata ben documentata per segnalarne la presenza mediante la ricerca dei caratteristici fori di uscita delle larve su vecchie querce senescenti.

 

Indicatori:

-POPOLAZIONE: N. di individui maturi (N. esatto o Min-Max o Classe) per km (densità: n/km2; min-max/km2; classe/km2) in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.

-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (km2).

-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato.

Bibliografia

Assessorato Ambiente della Regione Liguria, Arillo A., Mariotti M., 2007. Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 - Schede per il riconoscimento, la gestione ed il monitoraggio. MANUALI LIBIOSS 2/2005, Genova.

Audisio, P., Baviera, C., Carpaneto, G.M., Biscaccianti, A.B., Battistoni, A., Teofili, C., Rondinini, C. (compilatori), 2014. Lista Rossa IUCN dei Coleotteri saproxilici Italiani. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma.

Campanaro A., Bardiani M., Spada L., Carnevali L., Montalto F., Antonini G., Mason F. & Audisio P., 2011. Linee Guida per il monitoraggio e la conservazione dell’entomofauna saproxilica / Guidelines for monitoring and conservation of saproxylic insects. Quaderni Conservazione Habitat, 6. Cierre Grafica, Verona, 8 pp. + CD-ROM.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, 2003. Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.

Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A., Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.

World Conservation Monitoring Centre. 1996. Cerambyx cerdo. The IUCN Red List of Threatened Species 1996: e.T4166A10503380.

Bibliografia web

http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.1996.RLTS.T4166A10503380.en

Autore di riferimento

Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210018-Lago Trasimeno ZSC-ZSC IT5220013-Monte Torre Maggiore (Monti Martani) ZSC-ZSC IT5220002-Selva di Meana (Allerona) ZSC-ZSC IT5210021-Monte Malbe ZSC-ZSC IT5220004-Boschi di Prodo - Corbara ZPS-ZPS IT5210072-Palude di Colfiorito

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa