Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Osteitti

Salmo cettii Rafìnesque, 1810 

Nome comune:Trota mediterranea
Nome Direttiva Habitat:Salmo macrostigma Duméril, 1858
Codice Specie:5349

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

#<i>Salmo cettii</i>

La trota mediterranea, Salmo cettii

Massimo Lorenzoni, 2014-04-19

Come riconoscerla

La trota mediterranea presenta un corpo idrodinamico e affusolato, leggermente compresso lateralmente. La bocca ampia, più sviluppata nel maschio, è in posizione mediana e munita di numerosi denti acuminati presenti anche sulla lingua e sul vomere. Presenta due pinne dorsali, una sostenuta da raggi, l’altra adiposa. La colorazione è molto variabile, con dorso da bruno scuro ad argenteo e fianchi giallastri; tipica è la presenza di piccole macchie nere e rosse a forma circolare disposte sui fianchi, sulla testa e sulle pinne dorsali; tale punteggiatura è sempre assente nella pinna caudale. Gli individui giovani presentano grosse macchie di colore bluastro lungo i fianchi dette "parr" che negli esemplari mediterranei possono mantenersi anche negli individui adulti. Inoltre le popolazioni mediterranee, a differenza delle trote di provenienza atlantica, mostrano un’evidente macchia scura anteriormente all’opercolo e una punteggiatura del corpo più fine.

Ecologia e biologia

La trota mediterranea è una specie a ristretta valenza ecologica, che necessita di acque fresche e ben ossigenate per sopravvivere e riprodursi. Colonizza la parte montana dei corsi d’acqua, caratterizzata da elevata velocità di corrente, fondo calcareo da roccioso a ghiaioso e acque limpide, ricche di ossigeno con temperature normalmente comprese tra 10 e 17 °C. È una specie predatrice attiva nelle ore crepuscolari e notturne; si nutre prevalentemente di invertebrati acquatici e terrestri. Gli esemplari adulti predano anche gli stadi giovanili di altre specie ittiche ed è noto il fenomeno del cannibalismo. La riproduzione avviene tra dicembre e gennaio: i riproduttori risalgono i corsi d’acqua alla ricerca di aree idonee alla deposizione delle uova. Qui la femmina scava una buca sul fondale ghiaioso in cui vengono deposte le uova; una volta che le uova sono state fecondate, il nido viene ricoperto e sorvegliato.  

Distribuzione

S. cettii è presente nel versante tirrenico e adriatico dell’Italia peninsulare e nelle isole maggiori (Sardegna e Sicilia), ma la maggior parte delle popolazioni è caratterizzata da un elevato tasso di introgressione con genotipi atlantici. In Umbria la sua diffusione è massima nella sinistra idrografica del bacino del Tevere, e in particolare nel bacino del Nera.

Regione biogeografica

Mediterranea e Continentale 

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
NT-Near Threatened - - - -

Pressioni IUCN: F02- Pesca e raccolto di risorse acquatiche (include gli effetti delle catture accidentali in tutte le categorie); H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02.06- Prelievo di acque superficiali; J02.06.06- Prelievo di acque superficiali per energia idroeletttrica (non raffreddamento); J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; J03.02- Riduzione della connettività degli habitat (frammentazione); K03.04- Predazione; K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie

Minacce IUCN: F02- Pesca e raccolto di risorse acquatiche (include gli effetti delle catture accidentali in tutte le categorie); H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02.06- Prelievo di acque superficiali; J02.06.06- Prelievo di acque superficiali per energia idroeletttrica (non raffreddamento); J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; J03.02- Riduzione della connettività degli habitat (frammentazione); K03.04- Predazione; K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

Tecniche di monitoraggio proposte

Sito: la selezione dei siti dovrebbe consentire di rappresentare le diverse tipologie ambientali e le pressioni antropiche rilevabili. Il numero di stazioni di campionamento per ogni corso d’acqua deve essere scelto in base alla lunghezza del tratto presente all’interno della ZSC e all’uniformità ambientale che lo caratterizza. Sarà necessario individuare almeno una stazione di campionamento ogni 20 km di corso d’acqua e una ogni significativo cambiamento di pendenza media dell’alveo, tale da far modificare la zonazione ittica teorica e la comunità ittica potenziale di riferimento

Periodo di campionamento: tarda primavera-inizio autunno

Tecniche di campionamento: elettrostorditore per gli ambienti lotici guadabili, elettrostorditore di potenza elettrica maggiore di 2,5 kw, collocabile su un’imbarcazione, per gli ambienti lotici non guadabili.

Metodo di campionamento: campionamento di tipo quantitativo per gli ambienti lotici guadabili (metodo delle passate successive), semiquantitativo per gli ambienti lotici non guadabili e lentici.  

Condizioni per il campionamento:  al fine di adottare modalità standardizzate e replicabili, il campionamento dovrà essere evitato nelle seguenti condizioni: in caso di portate elevate; in caso di elevata torbidità dell’acqua; in caso di pioggia continua; in caso di vento intenso; con temperature dell’acqua inferiori ai 4°C o superiori ai 20°C. Il campionamento deve essere condotto in orari e condizioni di copertura del cielo tali da consentire un’adeguata illuminazione ai fini dell’individuazione degli esemplari da catturare.

Frequenza: cadenza biennale.

Operatori: la squadra che opera in alveo dovrà essere costituita da un numero adeguato di operatori in funzione della dimensione del corpo idrico campionato e delle caratteristiche della comunità attesa. Nella maggior parte delle situazioni si reputa idonea una squadra costituita da almeno 3 o 4 operatori (1 deputato all’uso dell’elettrostorditore, 1 munito di guadino, 1 o 2 adibiti al trasporto dei pesci alle vasche di stabulazione, al periodico controllo delle condizioni degli stessi e alla registrazione dei dati ambientali).

Analisi degli individui catturati:

Lunghezza totale (in mm)

Peso (rilevato alla precisione minima di 1 grammo).

Passata in cui l’individuo è stato catturato.

Eventuale presenza di macroscopiche anomalie o patologie esterne (annotare solo presenza o assenza e annotare il tipo di anomalia).

Eventuale numero della provetta in cui sono state conservate le scaglie per la determinazione dell’età dell’esemplare.

Presenza di ibridazione stabilita sulla base dei caratteri fenotipici rilevabili in campo.

Eventuale numero della provetta in cui è stato conservato un campione di tessuto per la caratterizzazione genetica dell’esemplare.

Il rilievo delle foto dei singoli individui è facoltativo.

 

Precauzioni per l’incolumità dei pesci

L’elettrostorditore deve essere utilizzato col dosaggio minimo efficace; non prolungare eccessivamente l’attività di elettropesca in uno spazio limitato.

Interrompere il campionamento, o modificare le impostazioni dell’elettrostorditore, qualora si rilevino danni troppo frequenti o segni di stress eccessivo sui pesci catturati.

Mantenere nei secchi di raccolta un numero limitato di pesci e provvedere al ricambio periodico di un’aliquota di acqua.

Il rilevamento dei parametri morfometrici deve essere effettuato manipolando i pesci con i guanti per evitare l’asportazione del muco e lo shock termico.

Dopo i rilevamenti morfometrici i pesci devono essere stabulati in vasche areate e monitorati per rilevare eventuali stress e danni prima di essere rilasciati.

I piccoli pesci, se possibile, dovrebbero essere sempre mantenuti separati dai soggetti di grandi dimensioni.

 

Indicatori:

Quantitativi

N individui: espresso come densità (numero di individui al metro quadro) o biomassa areale (standing crop, grammi al metro quadro).

Semi-quantitativi

Catture per unità di sforzo (CPUEs)

Qualitativi

Distribuzione delle Popolazioni: Censimento delle specie presenti con le metodologie di campionamento sopra indicate.

Struttura per età: Verifica della capacità di riproduzione, il reclutamento dei giovani e l’automantenimento. L’età può essere determinata mediante scalimetria o analisi della distribuzione di frequenza delle lunghezze.

Indici di condizione: stima dello stato di benessere dei pesci.

 

Per maggiori dettagli sulle procedure di campionamento negli ambienti fluviali si consiglia di fare riferimento al Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici (APAT, 2007; ISPRA, 2014), mentre per gli ambienti lentici si può fare riferimento al “Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani” dell’ISPRA (Volta et al., 2014).

Bibliografia

APAT, 2007. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici. In: “Metodi Biologici per le Acque. Parte I”. Manuali e Linee Guida, APAT, Roma, 31 pp.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F.,2014. Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

ISPRA, 2014. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici guadabili. Manuali e linee guida, ISPRA, Roma,111: 20 pp.

Lorenzoni M., Carosi A., Ghetti L., Dolciami R., 2010. La fauna ittica e i corsi d'acqua dell'Umbria. Sintesi delle carte Ittiche regionali dal 1986 al 2009. Regione Umbria.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016, 378 pp.

Volta P., Sala P., Campi B., Cerutti I., 2014. Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani. Report CNR ISE 02.14, 15 pp.  

Bibliografia web

Freyhof, J., Kottelat M. 2008. Salmo cettii. The IUCN Red List of Threatened Species 2008: e.T135528A4139018. http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2008.RLTS.T135528A4139018.en. Downloaded on November 2015.

www.iucn.it

Autore di riferimento

Massimo Lorenzoni, Laura Pompei

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210055-Gola del Corno - Stretta di Biselli ZSC-ZSC IT5210059-Marcite di Norcia ZSC-ZSC IT5210048-Valle di Campiano (Preci) ZSC-ZSC IT5210049-Torrente Argentina (Sellano) ZSC-ZSC IT5210065-Roccaporena - Monte della Sassa ZSC-ZSC IT5220015-Fosso Salto del Cieco (Ferentillo) ZPS-ZPS IT5210071-Monti Sibillini (versante umbro) ZSC-ZSC IT5220020-Gole di Narni - Stifone ZSC-ZSC IT5220017-Cascata delle Marmore ZSC-ZSC IT5210041-Fiume Menotre (Rasiglia) ZSC-ZSC IT5210053-Fiume e Fonti del Clitunno ZSC-ZSC IT5210044-Boschi di Terne - Pupaggi ZSC-ZSC IT5210045-Fiume Vigi ZSC-ZSC IT5210046-Valnerina

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione