Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Agnati

Lampetra planeri (Bloch, 1784)

Nome comune:Lampreda di ruscello
Nome Direttiva Habitat:Lampetra planeri (Bloch, 1784)
Codice Specie:1096

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

#<i>Lampetra planeri</i>

La lampreda di ruscello, Lampetra planeri

Massimo Lorenzoni, 2015-11-10

Come riconoscerla

Le lamprede, a differenza dei pesci, sono prive di mascelle e pinne pari. La lampreda di ruscello presenta un corpo anguilliforme privo di scaglie, ma ricoperto di abbondante muco. Il dorso è grigio-bluastro, i fianchi bianco-giallastri e il ventre è bianco; presenta due pinne dorsali. Nella fase adulta la bocca circolare è infera e dotata di numerosi dentelli cornei. Presenta 7 fessure branchiali per lato. La taglia media varia tra i 9 e i 15 cm (per un peso di 2-5 g), ma può raggiungere i 19 cm. Generalmente le femmine hanno una taglia maggiore di quella dei maschi. 

Ecologia e biologia

La lampreda di ruscello vive esclusivamente nelle acque dolci: svolge la fase larvale nei tratti più a valle dei corsi d’acqua a corrente moderata e substrato molle, mentre risale verso i tratti medio-alti, dove le acque sono limpide e fresche e il substrato è ghizioso, per riprodursi. Alla schiusa delle uova, le larve vengono trasportate passivamente nei tratti fluviali a minor velocità di corrente, dove trascorrono la fase trofica che può durare dai 3 ai 7 anni. In questo periodo vivono infossate nella sabbia o nel fango nutrendosi per filtrazione di alghe e altri microrganismi; a differenza delle altre specie di lamprede, non migrano in mare e non sono parassiti di altri pesci. Al termine di questa fase avviene la metamorfosi: si sviluppano rapidamente le gonadi, gli occhi e i denti, mentre l’intestino degenera. Nelle femmine si sviluppa la pinna anale. Le lamprede migrano quindi verso i luoghi idonei alla riproduzione; dopo la frega gli individui muoiono.

Distribuzione

L’areale comprende tutta l'Europa Settentrionale e parte dell’Europa Centrale. Originariamente in Italia era presente in tutte le regioni peninsulari tirreniche fino alla Campania; è inoltre nota una popolazione nel versante adriatico della penisola, presso il fiume Pescara. In Umbria era presente in numerosi corsi d'acqua fra i quali il fiume Clitunno, dove raggiungeva abbondanze molto elevate; ora è localizzata in un unico corso d'acqua.

 

Regione biogeografica

Mediterranea

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
LC-Least Concern VU-Vulnerabile Allegato III-Specie di fauna protette - -

Pressioni IUCN: C01.01- Estrazione di sabbie e ghiaie; D03.03- Costruzioni marittime; F05.04- Bracconaggio (es. tartarughe marine); H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); J02.02- Rimozione di sedimenti (fanghi ecc.); J02.03- Canalizzazioni e deviazioni delle acque; J02.05.02- modifica della struttura dei corsi d'acqua interni; J02.12.02- argini e opere di difesa dalle inondazioni nelle acque interne; J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; J03.02.01- riduzione della migrazione/barriere alla migrazione; K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie

Minacce IUCN: C01.01- Estrazione di sabbie e ghiaie; D03.03- Costruzioni marittime; F05.04- Bracconaggio (es. tartarughe marine); H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); J02.02- Rimozione di sedimenti (fanghi ecc.); J02.03- Canalizzazioni e deviazioni delle acque; J02.05.02- modifica della struttura dei corsi d'acqua interni; J02.12.02- argini e opere di difesa dalle inondazioni nelle acque interne; J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; J03.02.01- riduzione della migrazione/barriere alla migrazione; K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie

Leggi regionali

Su tutto il territorio regionale vige il divieto assoluto di pesca (REGOLAMENTO REGIONALE 15 febbraio 2011, n. 2., Art. 8)

Indicatori per il monitoraggio

Indicatori per il monitoraggio

[Fonte: Linee guida dei pesci e agnati - PROGETTO SUN LIFE]

 

TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE:

sito: la selezione dei siti dovrebbe consentire di rappresentare le diverse tipologie ambientali e le pressioni antropiche rilevabili. Il numero di stazioni di campionamento per ogni corso d’acqua deve essere scelto in base alla lunghezza del tratto presente all’interno della ZSC e all’uniformità ambientale che lo caratterizza. Sarà necessario individuare almeno una stazione di campionamento ogni 20 km di corso d’acqua e una ogni significativo cambiamento di pendenza media dell’alveo, tale da far modificare la zonazione ittica teorica e la comunità ittica potenziale di riferimento

periodo di campionamento: tarda estate-inizio autunno

tecniche di campionamento: elettrostorditore per gli ambienti lotici guadabili, elettrostorditore di potenza elettrica maggiore di 2,5 kw, collocabile su un’imbarcazione, per gli ambienti lotici non guadabili.

metodo di campionamento: campionamento di tipo quantitativo per gli ambienti lotici guadabili (metodo delle passate successive), semiquantitativo per gli ambienti lotici non guadabili e lentici.  

condizioni per il campionamento:  al fine di adottare modalità standardizzate e replicabili, il campionamento dovrà essere evitato nelle seguenti condizioni: in caso di portate elevate; in caso di elevata torbidità dell’acqua; in caso di pioggia continua; in caso di vento intenso; inferiori ai 4°C o superiori ai 20°C. Il campionamento deve essere condotto in orari e condizioni di copertura del cielo tali da consentire un’adeguata illuminazione ai fini dell’individuazione degli esemplari da catturare.

frequenza: cadenza biennale.

operatori: la squadra che opera in alveo dovrà essere costituita da un numero adeguato di operatori in funzione della dimensione del corpo idrico campionato e delle caratteristiche della comunità attesa. Nella maggior parte delle situazioni si reputa idonea una squadra costituita da almeno 3 o 4 operatori (1 deputato all’uso dell’elettrostorditore, 1 munito di guadino, 1 o 2 adibiti al trasporto dei pesci alle vasche di stabulazione, al periodico controllo delle condizioni degli stessi e alla registrazione dei dati ambientali).

Analisi degli individui catturati:

Lunghezza totale (in mm)

Peso (rilevato alla precisione minima di 1 grammo).

Passata in cui l’individuo è stato catturato.

Eventuale presenza di macroscopiche anomalie o patologie esterne (annotare solo presenza o assenza e annotare il tipo di anomalia).

Il rilievo delle foto dei singoli individui è facoltativo.

 

Precauzioni per l’incolumità dei pesci

L’elettrostorditore deve essere utilizzato col dosaggio minimo efficace; non prolungare eccessivamente l’attività di elettropesca in uno spazio limitato.

Interrompere il campionamento, o modificare le impostazioni dell’elettrostorditore, qualora si rilevino danni troppo frequenti o segni di stress eccessivo sui pesci catturati.

Mantenere nei secchi di raccolta un numero limitato di pesci e provvedere al ricambio periodico di un’aliquota di acqua.

Il rilevamento dei parametri morfometrici deve essere effettuato manipolando i pesci con i guanti per evitare l’asportazione del muco e lo shock termico.

Dopo i rilevamenti morfometrici i pesci devono essere stabulati in vasche areate e monitorati per rilevare eventuali stress e danni prima di essere rilasciati.

I piccoli pesci, se possibile, dovrebbero essere sempre mantenuti separati dai soggetti di grandi dimensioni.

 

Indicatori:

Quantitativi

N individui: espresso come densità (numero di individui al metro quadro) o biomassa areale (standing crop, grammi al metro quadro).

Semi-quantitativi

Catture per unità di sforzo (CPUEs)

Qualitativi

Distribuzione delle Popolazioni: Censimento delle specie presenti con le metodologie di campionamento sopra indicate.

Struttura per età: Verifica della capacità di riproduzione, il reclutamento dei giovani e l’automantenimento. L’età può essere determinata mediante analisi della distribuzione di frequenza delle lunghezze.

Indici di condizione: stima dello stato di benessere dei pesci.

 

Per maggiori dettagli sulle procedure di campionamento negli ambienti fluviali si consiglia di fare riferimento al Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici (APAT, 2007; ISPRA, 2014), mentre per gli ambienti lentici si può fare riferimento al “Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani” dell’ISPRA (Volta et al., 2014).

Bibliografia

APAT, 2007. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici. In: “Metodi Biologici per le Acque. Parte I”. Manuali e Linee Guida, APAT, Roma, 31 pp.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F.,2014. Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014

ISPRA, 2014. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici guadabili. Manuali e linee guida, ISPRA, Roma,111: 20 pp.

Lorenzoni M., Carosi A., Ghetti L., Dolciami R., 2010. La fauna ittica e i corsi d'acqua dell'Umbria. Sintesi delle carte Ittiche regionali dal 1986 al 2009. Regione Umbria.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016, 378 pp.

Volta P., Sala P., Campi B., Cerutti I., 2014. Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani. Report CNR ISE 02.14, 15 pp. 

Zerunian S., 2004. Pesci delle acque interne d'Italia. Ministero dell’Ambiente – Istituto Nazionale Fauna Selvatica. In Quaderni di Conservazione della Natura 20, 257 pp.

Bibliografia web

Freyhof, J. 2013. Lampetra planeri. The IUCN Red List of Threatened Species 2013: e.T11213A3262868. http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2008.RLTS.T11213A3262868.en. Downloaded on November 2015.

www.iucn.it

Autore di riferimento

Massimo Lorenzoni, Laura Pompei

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210011-Torrente Vetorno ZSC-ZSC IT5210053-Fiume e Fonti del Clitunno

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione