Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Osteitti

Squalius lucumonis (Bianco, 1983)

Nome comune:Cavedano etrusco
Nome Direttiva Habitat:Leuciscus lucumonis Bianco, 1983
Codice Specie:1132

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

# <i>Squalius lucumonis</i>

Il cavedano etrusco, Squalius lucumonis

Massimo Lorenzoni, 2009-10-20

Come riconoscerla

Il cavedano etrusco presenta un corpo affusolato, con una livrea brunastra nella porzione posteriore e latero-dorsale del corpo, mentre il dorso è bluastro con riflessi metallici. La testa è appuntita e la bocca è in posizione mediana. Le pinne sono grigiastre, ma durante il periodo riproduttivo quelle pettorali, ventrali e anale assumono una colorazione aranciata. Si distingue dal cavedano comune S. squalus (Bonaparte, 1837), con il quale è stato lungamente confuso, per la colorazione del corpo e per le dimensioni massime minori, che non superano i 18-20 cm.

Ecologia e biologia

Colonizza il tratto centrale dei corsi d’acqua (Zona del Barbo), spingendosi spesso più a monte del cavedano comune e colonizzando corsi d’acqua di piccole dimensioni soggetti a forti escursioni di portata. È assente dalle acque stagnanti e predilige corsi d’acqua poco profondi con substrato misto a roccia, pietrisco, sabbia e ghiaia e con moderata velocità di corrente. La dieta è onnivora. Si riproduce nel mese di maggio e le uova vengono deposte in aree a bassa profondità e fondale ghiaioso e ciottoloso. Ogni femmina produce alcune migliaia di uova adesive per stagione riproduttiva, di colore giallo-arancio e dal diametro di circa 2 mm. 

Distribuzione

È una specie endemica dell’Italia Centrale, il cui areale comprende parte della Toscana, l’alto Lazio e l’Umbria, dove è particolarmente diffusa nella porzione settentrionale del bacino del Tevere, nel bacino del Paglia e del Nestore. La specie risulta in forte diminuzione in tutto l’areale. 

Regione biogeografica

Continentale e Mediterranea

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
EN-Endangered - Allegato III-Specie di fauna protette - -

Pressioni IUCN: H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I01- Specie esotiche invasive (animali e vegetali); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02- Cambiamenti delle condizioni idrauliche indotti dall'uomo; J02.06- Prelievo di acque superficiali; K03.04- Predazione

Minacce IUCN: H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I01- Specie esotiche invasive (animali e vegetali); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02- Cambiamenti delle condizioni idrauliche indotti dall'uomo; J02.06- Prelievo di acque superficiali; K03.04- Predazione; K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

Tecniche di monitoraggio proposte

Sito: la selezione dei siti dovrebbe consentire di rappresentare le diverse tipologie ambientali e le pressioni antropiche rilevabili. Il numero di stazioni di campionamento per ogni corso d’acqua deve essere scelto in base alla lunghezza del tratto presente all’interno della ZSC e all’uniformità ambientale che lo caratterizza. Sarà necessario individuare almeno una stazione di campionamento ogni 20 km di corso d’acqua e una ogni significativo cambiamento di pendenza media dell’alveo, tale da far modificare la zonazione ittica teorica e la comunità ittica potenziale di riferimento

Periodo di campionamento: tarda estate-inizio autunno

Tecniche di campionamento: elettrostorditore per gli ambienti lotici guadabili, elettrostorditore di potenza elettrica maggiore di 2,5 kw, collocabile su un’imbarcazione, per gli ambienti lotici non guadabili.

Metodo di campionamento: campionamento di tipo quantitativo per gli ambienti lotici guadabili (metodo delle passate successive), semiquantitativo per gli ambienti lotici non guadabili e lentici.  

Condizioni per il campionamento:  al fine di adottare modalità standardizzate e replicabili, il campionamento dovrà essere evitato nelle seguenti condizioni:             in caso di portate elevate; in caso di elevata torbidità dell’acqua; in caso di pioggia continua;             in caso di vento intenso; con temperature dell’acqua superiori ai 30°C. Il campionamento deve essere condotto in orari e condizioni di copertura del cielo tali da consentire un’adeguata illuminazione ai fini dell’individuazione degli esemplari da catturare.

Frequenza: cadenza biennale.

Operatori: la squadra che opera in alveo dovrà essere costituita da un numero adeguato di operatori in funzione della dimensione del corpo idrico campionato e delle caratteristiche della comunità attesa. Nella maggior parte delle situazioni si reputa idonea una squadra costituita da almeno 3 o 4 operatori (1 deputato all’uso dell’elettrostorditore, 1 munito di guadino, 1 o 2 adibiti al trasporto dei pesci alle vasche di stabulazione, al periodico controllo delle condizioni degli stessi e alla registrazione dei dati ambientali).

Analisi degli individui catturati:

Lunghezza totale (in mm)

Peso (rilevato alla precisione minima di 1 grammo).

Passata in cui l’individuo è stato catturato.

Eventuale presenza di macroscopiche anomalie o patologie esterne (annotare solo presenza o assenza e annotare il tipo di anomalia).

Eventuale numero della provetta in cui sono state conservate le scaglie per la determinazione dell’età dell’esemplare.

Presenza di ibridazione stabilita sulla base dei caratteri fenotipici rilevabili in campo.

Eventuale numero della provetta in cui è stato conservato un campione di tessuto per la caratterizzazione genetica dell’esemplare.

Il rilievo delle foto dei singoli individui è facoltativo.

 

Precauzioni per l’incolumità dei pesci

L’elettrostorditore deve essere utilizzato col dosaggio minimo efficace; non prolungare eccessivamente l’attività di elettropesca in uno spazio limitato.

Interrompere il campionamento, o modificare le impostazioni dell’elettrostorditore, qualora si rilevino danni troppo frequenti o segni di stress eccessivo sui pesci catturati.

Mantenere nei secchi di raccolta un numero limitato di pesci e provvedere al ricambio periodico di un’aliquota di acqua.

Il rilevamento dei parametri morfometrici deve essere effettuato manipolando i pesci con i guanti per evitare l’asportazione del muco e lo shock termico.

Dopo i rilevamenti morfometrici i pesci devono essere stabulati in vasche areate e monitorati per rilevare eventuali stress e danni prima di essere rilasciati.

I piccoli pesci, se possibile, dovrebbero essere sempre mantenuti separati dai soggetti di grandi dimensioni.

 

Indicatori:

Quantitativi

N individui: espresso come densità (numero di individui al metro quadro) o biomassa areale (standing crop, grammi al metro quadro).

Semi-quantitativi

Catture per unità di sforzo (CPUEs)

Qualitativi

Distribuzione delle Popolazioni: Censimento delle specie presenti con le metodologie di campionamento sopra indicate.

Struttura per età: Verifica della capacità di riproduzione, il reclutamento dei giovani e l’automantenimento. L’età può essere determinata mediante scalimetria o analisi della distribuzione di frequenza delle lunghezze.

Indici di condizione: stima dello stato di benessere dei pesci.

 

Per maggiori dettagli sulle procedure di campionamento negli ambienti fluviali si consiglia di fare riferimento al Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici (APAT, 2007; ISPRA, 2014), mentre per gli ambienti lentici si può fare riferimento al “Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani” dell’ISPRA (Volta et al., 2014).

Bibliografia

APAT, 2007. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici. In: “Metodi Biologici per le Acque. Parte I”. Manuali e Linee Guida, APAT, Roma, 31 pp.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F.,2014. Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

Giannetto D., Carosi A., Ghetti L., Pedicillo G., Pompei L., Lorenzoni M., 2013. Ecological traits of Squalius lucumonis (Actinopterygii, Cyprinidae) and main differences with those of Squalius squalus in the Tiber River Basin (Italy). Knowledge and Management of Aquatic Ecosystems, 409(4): 1-9.

Gigliarelli L., Caldelli A., Morozzi G., Giannetto D.,  Panara F., Lorenzoni M., Lucentini L., 2013. Nuclear PCR-RFLP detects the brook chub, Squalius lucumonis (Leuciscinae: Cyprinidae), and related hybrids with other cyprinid species. Italian Journal of Zoology 06/2013; 80(3):462-465. DOI:10.1080/11250003.2013.787462

ISPRA, 2014. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici guadabili. Manuali e linee guida, ISPRA, Roma,111: 20 pp.

Lorenzoni M., Carosi A., Ghetti L., Dolciami R., 2010. La fauna ittica e i corsi d'acqua dell'Umbria. Sintesi delle carte Ittiche regionali dal 1986 al 2009. Regione Umbria.

Rossi A.R, Milana V., Hett A.K., Tancioni L., 2012. Molecular cytogenetic analysis of the Appenine endemic cyprinid fish Squalius lucumonis and three other Italian leuciscines using chromosome banding and FISH with rDNA probes. Genetica, 140:469–476. DOI 10.1007/s10709-012-9695-0

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016, 378 pp.

Volta P., Sala P., Campi B., Cerutti I., 2014. Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani. Report CNR ISE 02.14, 15 pp.  

Bibliografia web

Crivelli, A.J. 2006. Squalius lucumonis. The IUCN Red List of Threatened Species 2006: e.T60828A12415631. http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2006.RLTS.T60828A12415631.en. Downloaded on 24 November 2015.

www.iucn.it

Autore di riferimento

Massimo Lorenzoni, Laura Pompei

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5220003-Bosco dell'Elmo (Monte Peglia) ZSC-ZSC IT5220002-Selva di Meana (Allerona) ZSC-ZSC IT5210073-Alto Bacino del Torrente Lama ZSC-ZSC IT5210039-Fiume Timia (Bevagna - Cannara) ZSC-ZSC IT5210061-Torrente Naia ZSC-ZSC IT5210001-Boschi di Monti di Sodolungo - Rosso (Città di Castello) ZSC-ZSC IT5210003-Fiume Tevere tra San Giustino e Pierantonio ZSC-ZSC IT5210006-Boschi di Morra - Marzana ZSC-ZSC IT5210012-Boschi di Montelovesco - Monte delle Portole ZSC-ZSC IT5210013-Boschi del Bacino di Gubbio ZSC-ZSC IT5210025-Ansa degli Ornari (Perugia) ZSC-ZSC IT5210040-Boschi dell'alta Valle del Nestore ZSC-ZSC IT5220001-Bagno Minerale (Parrano) ZSC-ZSC IT5210075-Boschi e pascoli di Fratticiola Selvatica (Valfabbrica)

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione