Nome comune: | Barbo tiberino |
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Nome Direttiva Habitat: | Barbus tyberinus Bonaparte, 1839 |
Codice Specie: | 5097 |
Il barbo tiberino, Barbus tyberinus
Massimo Lorenzoni, 2009-10-20
Il barbo tiberino ha un corpo fusiforme e affusolato; il muso è allungato con la bocca infera provvista di due paia di barbigli. Il dorso ha una colorazione bruna, i fianchi sono giallognoli o argentati. Su tutto il corpo sono presenti numerosi punti e macchie scure. Mediamente raggiunge i 30 cm di lunghezza, ma alcuni esemplari possono, in casi eccezionali, superare i 50 cm.
Il barbo tiberino è tipico abitante di torrenti, ruscelli e fiumi del tratto pedemontano, caratterizzati da corrente vivace con fondali sabbiosi e ghiaiosi, tratti appartenenti, appunto, alla Zona del barbo. È una specie bentonica la cui dieta è a base di invertebrati del fondo e, talvolta, di piccoli pesci. La riproduzione avviene nei mesi di maggio e giugno, quando i riproduttori raggiungono le zone più adatte alla deposizione delle uova, con acque poco profonde e ben ossigenate. Le femmine depongono uova adesive sui ciottoli del fondale.
Il barbo tiberino è una specie endemica dell’Italia Centro-Meridionale. In Umbria è una delle specie ittiche maggiormente diffuse, è presente nelle aste principali del Tevere e dei suoi principali affluenti e in numerosi corsi d’acqua secondari; solo nel bacino del Nera la sua distribuzione risulta più frammentata. Le popolazioni, comunque, appaiono in forte contrazione a causa soprattutto della competizione e ibridazione con due cogenerici introdotti in Umbria: il Barbo del Po (B. plebejus) e il Barbo del Danubio (B. barbus).
3° Report ex-Art. 17 | IUCN globale | IUCN Italia | convenzione di Berna | SPEC | CITES | |
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RBC | RBM | |||||
↓ | ↓ | NT-Near Threatened | NT-Quasi Minacciata | Allegato III-Specie di fauna protette | - | - |
Pressioni IUCN: H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02- Cambiamenti delle condizioni idrauliche indotti dall'uomo; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; K03.04- Predazione; K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie
Minacce IUCN: H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02- Cambiamenti delle condizioni idrauliche indotti dall'uomo; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; K03.04- Predazione; K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie
[Fonte: Linee guida dei pesci e agnati - PROGETTO SUN LIFE]
Tecniche di monitoraggio proposte
Sito: la selezione dei siti dovrebbe consentire di rappresentare le diverse tipologie ambientali e le pressioni antropiche rilevabili. Il numero di stazioni di campionamento per ogni corso d’acqua deve essere scelto in base alla lunghezza del tratto presente all’interno della ZSC e all’uniformità ambientale che lo caratterizza. Sarà necessario individuare almeno una stazione di campionamento ogni 20 km di corso d’acqua e una ogni significativo cambiamento di pendenza media dell’alveo, tale da far modificare la zonazione ittica teorica e la comunità ittica potenziale di riferimento
Periodo di campionamento: tarda estate-inizio autunno
Tecniche di campionamento: elettrostorditore per gli ambienti lotici guadabili, elettrostorditore di potenza elettrica maggiore di 2,5 kw, collocabile su un’imbarcazione, per gli ambienti lotici non guadabili.
Metodo di campionamento: campionamento di tipo quantitativo per gli ambienti lotici guadabili (metodo delle passate successive), semiquantitativo per gli ambienti lotici non guadabili e lentici.
Condizioni per il campionamento: al fine di adottare modalità standardizzate e replicabili, il campionamento dovrà essere evitato nelle seguenti condizioni: in caso di portate elevate; in caso di elevata torbidità dell’acqua; in caso di pioggia continua; in caso di vento intenso; con temperature dell’acqua superiori ai 30°C. Il campionamento deve essere condotto in orari e condizioni di copertura del cielo tali da consentire un’adeguata illuminazione ai fini dell’individuazione degli esemplari da catturare.
Frequenza: cadenza biennale.
Operatori: la squadra che opera in alveo dovrà essere costituita da un numero adeguato di operatori in funzione della dimensione del corpo idrico campionato e delle caratteristiche della comunità attesa. Nella maggior parte delle situazioni si reputa idonea una squadra costituita da almeno 3 o 4 operatori (1 deputato all’uso dell’elettrostorditore, 1 munito di guadino, 1 o 2 adibiti al trasporto dei pesci alle vasche di stabulazione, al periodico controllo delle condizioni degli stessi e alla registrazione dei dati ambientali).
Analisi degli individui catturati:
Lunghezza totale (in mm)
Peso (rilevato alla precisione minima di 1 grammo).
Passata in cui l’individuo è stato catturato.
Eventuale presenza di macroscopiche anomalie o patologie esterne (annotare solo presenza o assenza e annotare il tipo di anomalia).
Eventuale numero della provetta in cui sono state conservate le scaglie per la determinazione dell’età dell’esemplare.
Presenza di ibridazione stabilita sulla base dei caratteri fenotipici rilevabili in campo.
Eventuale numero della provetta in cui è stato conservato un campione di tessuto per la caratterizzazione genetica dell’esemplare.
Il rilievo delle foto dei singoli individui è facoltativo.
Precauzioni per l’incolumità dei pesci
L’elettrostorditore deve essere utilizzato col dosaggio minimo efficace; non prolungare eccessivamente l’attività di elettropesca in uno spazio limitato.
Interrompere il campionamento, o modificare le impostazioni dell’elettrostorditore, qualora si rilevino danni troppo frequenti o segni di stress eccessivo sui pesci catturati.
Mantenere nei secchi di raccolta un numero limitato di pesci e provvedere al ricambio periodico di un’aliquota di acqua.
Il rilevamento dei parametri morfometrici deve essere effettuato manipolando i pesci con i guanti per evitare l’asportazione del muco e lo shock termico.
Dopo i rilevamenti morfometrici i pesci devono essere stabulati in vasche areate e monitorati per rilevare eventuali stress e danni prima di essere rilasciati.
I piccoli pesci, se possibile, dovrebbero essere sempre mantenuti separati dai soggetti di grandi dimensioni.
Indicatori:
Quantitativi
N individui: espresso come densità (numero di individui al metro quadro) o biomassa areale (standing crop, grammi al metro quadro).
Semi-quantitativi
Catture per unità di sforzo (CPUEs)
Qualitativi
Distribuzione delle Popolazioni: Censimento delle specie presenti con le metodologie di campionamento sopra indicate.
Struttura per età: Verifica della capacità di riproduzione, il reclutamento dei giovani e l’automantenimento. L’età può essere determinata mediante scalimetria o analisi della distribuzione di frequenza delle lunghezze.
Indici di condizione: stima dello stato di benessere dei pesci.
Per maggiori dettagli sulle procedure di campionamento negli ambienti fluviali si consiglia di fare riferimento al Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici (APAT, 2007; ISPRA, 2014), mentre per gli ambienti lentici si può fare riferimento al “Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani” dell’ISPRA (Volta et al., 2014).
APAT, 2007. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici. In: “Metodi Biologici per le Acque. Parte I”. Manuali e Linee Guida, APAT, Roma, 31 pp.
Carosi A., Ghetti L., Pedicillo G., Lorenzoni M., 2006. Distribuzione ed abbondanza di Barbus tyberinus Bonaparte, 1839 nel bacino umbro del fiume Tevere. Atti del XVI Congresso della Società Italiana di Ecologia.
Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma.
Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F.,2014. Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.
ISPRA, 2014. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici guadabili. Manuali e linee guida, ISPRA, Roma,111: 20 pp.
Lorenzoni M., Carosi A., Ghetti L., Dolciami R., 2010. La fauna ittica e i corsi d'acqua dell'Umbria. Sintesi delle carte Ittiche regionali dal 1986 al 2009. Regione Umbria.
Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016, 378 pp.
Volta P., Sala P., Campi B., Cerutti I., 2014. Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani. Report CNR ISE 02.14, 15 pp.
Freyhof J., 2013. Barbus tyberinus. The IUCN Red List of Threatened Species 2013: e.T2591A9459724. http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2011-1.RLTS.T2591A9459724.en. Downloaded on November 2015.
www.iucn.it
https://bio.unipg.it/download/Volumi/Barbi_autoctoni.pdf
Massimo Lorenzoni, Laura Pompei
Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:
Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5220019-Lago l'Aia (Narni) ZSC-ZSC IT5220006-Gola del Forello ZSC-ZSC IT5220003-Bosco dell'Elmo (Monte Peglia) ZSC-ZSC IT5220002-Selva di Meana (Allerona) ZSC-ZSC IT5210073-Alto Bacino del Torrente Lama ZSC-ZSC IT5210039-Fiume Timia (Bevagna - Cannara) ZSC-ZSC IT5210061-Torrente Naia ZSC-ZSC IT5220014-Valle del Serra (Monti Martani) ZSC-ZSC IT5220011-Lago di Alviano ZSC-ZSC IT5210001-Boschi di Monti di Sodolungo - Rosso (Città di Castello) ZSC-ZSC IT5210003-Fiume Tevere tra San Giustino e Pierantonio ZSC-ZSC IT5210004-Boschi di Pietralunga ZSC-ZSC IT5210006-Boschi di Morra - Marzana ZSC-ZSC IT5210011-Torrente Vetorno ZSC-ZSC IT5210012-Boschi di Montelovesco - Monte delle Portole ZSC-ZSC IT5210013-Boschi del Bacino di Gubbio ZSC-ZSC IT5220020-Gole di Narni - Stifone ZPS-ZPS IT5220024-Valle del Tevere: Laghi di Corbara - Alviano ZSC-ZSC IT5210025-Ansa degli Ornari (Perugia) ZPS-ZPS IT5220027-Lago dell'Aia (Narni) ZSC-ZSC IT5210040-Boschi dell'alta Valle del Nestore ZSC-ZSC IT5220001-Bagno Minerale (Parrano) ZSC-ZSC IT5210054-Fiume Tevere tra Monte Molino e Pontecuti (Tevere Morto) ZSC-ZSC IT5210075-Boschi e pascoli di Fratticiola Selvatica (Valfabbrica) ZSC-ZSC IT5220005-Lago di Corbara
Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
All. V-Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione