Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Lepidotteri

Melanargia arge (Sulzer, 1776)

Nome comune:Arge
Nome Direttiva Habitat:Melanargia arge
Codice Specie:1062

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

<i>Melanargia arge</i>

Melanargia arge

Stefano Tito, 2013-06-09

Come riconoscerla

Lepidottero Ninfalide Satirino di dimensioni medio-grandi (lunghezza ala anteriore: 25–30 mm). Le ali anteriori presentano una coppia di macchie ocellari subapicali nere centrate di bluastro. Le nervature e i disegni trasversali neri sono più spessi nelle aree costale, postdiscale e submarginale. Le ali posteriori presentano alcune macchie ocellari postdiscali nere centrate di bluastro, nervature e disegni trasversali neri che interessano l'area submarginale. La pagina inferiore delle ali anteriori è simile al dritto ma con disegni neri ridotti. La pagina inferiore delle ali posteriori è simile al dritto ma con disegni nervulari neri completi e macchie ocellari di colore bruno chiaro, centrate di azzurro e contornate da un’esile linea circolare nera. Tra le specie europee del genere Melanargia che presentano un tratto obliquo nero a metà della cellula discale delle ali anteriori è l’unica in cui tale linea non raggiunga appieno la nervatura inferiore. Altre particolarità sono rappresentate dalla modesta estensione dei disegni neri, soprattutto nelle ali posteriori, e dalle linee discali sul rovescio delle ali posteriori che non individuano una banda mediana lobata o tassellata ben delimitata, ma generano un disegno irregolare a linee spezzate. La femmina è di dimensioni leggermente maggiori del maschio e con disegni neri poco meno estesi. Le antenne sono scure, così come capo, torace e addome che sono ricoperti da una marcata pubescenza grigia. Il bruco maturo è di colore verde chiaro e affusolato all’estremità posteriore, con una sottile linea dorsale verde scura e linee dorso laterali e laterali verde chiaro, e ricoperto da una corta pubescenza giallastra.

Ecologia e biologia

Specie xerofila associata alle formazioni erbacee in relazione con la vegetazione mediterranea dal piano basale a quello montano sino a circa 1200 m di quota, occasionalmente fino a 1500 m nelle praterie xeromontane di alcuni massicci dell’Appennino centrale. I bruchi si sviluppano a spese di alcune specie di graminacee (Brachypodium sylvaticum e B. distachyon, B. retusum e Stipa pennata). Melanargia arge presenta una sola generazione annua. La ninfosi avviene a primavera inoltrata e il periodo di volo degli adulti si estende da inizio maggio fino alla metà di giugno, con un picco demografico solitamente intorno a meta-fine maggio.

Distribuzione

Melanargia arge è endemica dell’Italia centro-meridionale, dalla Toscana, Umbria fino alla Calabria. In Umbria è comune, con popolazioni poco numerose; si rinviene soprattutto nella parte occidentale della regione, in genere al di sotto dei 900 m. Monte Cucco rappresenta il sito umbro dove la specie raggiunge la quota maggiore, 1350 m. Si tratta di una specie in espansione verso nord.

 

Regione biogeografica

Mediterranea; Continentale

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
LC-Least Concern LC-Minor Preoccupazione Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette - -

Pressioni IUCN: A04.03- Abbandono dei sistemi pastorali, assenza di pascolo; E01.03- Abitazioni disperse; G01- Sport e divertimenti all'aria aperta, attività ricreative

Minacce IUCN: A04.03- Abbandono dei sistemi pastorali, assenza di pascolo; E01.03- Abitazioni disperse; G01- Sport e divertimenti all'aria aperta, attività ricreative

Leggi regionali

Indicatori per il monitoraggio

[Fonte: Linee guida degli invertebrati terrestri e acquatici - PROGETTO SUN LIFE]

TECNICHE DI MONITORAGGIO PROPOSTE: 

sito: aree campione rappresentative di territori dove l’avvistamento è stato ben documentato

periodo: 1 maggio – 15 giugno

meteo: giornata soleggiata non ventosa; monitorare temperatura, velocità del vento e luminosità  perché le condizioni meteo influenzano il volo dei lepidotteri.

orario: 10.00 - 16.00

frequenza: 1 sopralluogo/settimana della durata di 3 ore

operatore: capace di identificare la specie in campo, almeno 2 operatori a sopralluogo.

tecnica: cattura-marcatura-ricattura degli adulti; cattura mediante retino entomologico;  marcatura: numerazione da effettuare in zone idonee delle ali con un colorante non tossico e resistente.

superficie: 3 aree di 100 m di lato o transetto di un chilometro.  Le aree monitorate devono essere rappresentative del sito indagato. Gli individui che si vedono a destra e a sinistra del transetto (per una fascia di alcuni metri, fino a 5 m) vanno considerati.

MONITORAGGIO PER VERIFICARE LA PRESENZA DELLA SPECIE: Transetti georeferenziati lineari in territori con habitat potenziali dove la specie non è stata ben documentata, per segnalarne la presenza (avvistamento o cattura-rilascio con retino entomologico).

 

Indicatori:

-POPOLAZIONE: N. di individui maturi (N. esatto o Min-Max o Classe) per ettaro (densità: n/ha; min-max/ha; classe/ha) in modo da stimare la consistenza della popolazione nel territorio analizzato.

-HABITAT: superficie di habitat potenziale nel territorio analizzato (km2).

-RANGE: Estensione temporale (3-6 anni) della distribuzione della popolazione nel territorio analizzato.

Bibliografia

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F. (2014). Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, 2003. Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat.

Pivotti I., Luna M. & Goretti E., 2011. Checklist e distribuzione dei lepidotteri Papilionoidei in Umbria (Italia) (Lepidoptera, Papilionoidea). Bollettino dell’Associazione Romana di Entomologia, 66(1-4): 21-87.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016.

Trizzino M., Audisio P., Bisi F., Bottacci A., Campanaro A., Carpaneto G.M, Chiari S., Hardersen S., Mason F., Nardi G., Preatoni D.G., Vigna Taglianti A., Zauli A., Zilli A. & Cerretti P. (eds), 2013. Gli artropodi italiani in Direttiva Habitat: biologia, ecologia, riconoscimento e monitoraggio. Quaderni Conservazione Habitat, 7. CFS-CNBFVR, Centro Nazionale Biodiversità Forestale. Cierre Grafica, Sommacampagna, Verona, 256 pp.

van Swaay, C., Wynhoff, I., Wiemers, M., Katbeh-Bader, A., Power, A., Benyamini, D., Tzirkalli, E., Balletto, E., Monteiro, E., Karaçetin, E., Franeta, F., Pe'er, G., Welch, H., Thompson, K., Pamperis, L., Dapporto, L., Šašić, M., López Munguira, M., Micevski, N., Dupont, P., Garcia-Pereira, P., Moulai, R., Caruana, R., Verovnik, R., Bonelli, S. & Beshkov, S. 2015. Melanargia arge. The IUCN Red List of Threatened Species 2015: e.T173235A64819130.

Bibliografia web

Autore di riferimento

Enzo Goretti, Manuela Rebora, Matteo Pallottini

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5220006-Gola del Forello ZSC-ZSC IT5210026-Monti Marzolana - Montali ZSC-ZSC IT5210015-Valle del Torrente Nese - Monti Acuto – Corona ZSC-ZSC IT5210017-Boschi di Pischiello - Torre Civitella ZSC-ZSC IT5220002-Selva di Meana (Allerona) ZSC-ZSC IT5210040-Boschi dell'alta Valle del Nestore ZSC-ZSC IT5210001-Boschi di Monti di Sodolungo - Rosso (Città di Castello) ZSC-ZSC IT5210011-Torrente Vetorno ZSC-ZSC IT5210012-Boschi di Montelovesco - Monte delle Portole ZPS-ZPS IT5220024-Valle del Tevere: Laghi di Corbara - Alviano ZSC-ZSC IT5210009-Monte Cucco (sommità) ZSC-ZSC IT5210021-Monte Malbe ZSC-ZSC IT5210022-Fiume Tescio (parte alta) ZSC-ZSC IT5220004-Boschi di Prodo - Corbara ZSC-ZSC IT5220001-Bagno Minerale (Parrano) ZSC-ZSC IT5210075-Boschi e pascoli di Fratticiola Selvatica (Valfabbrica) ZSC-ZSC IT5220005-Lago di Corbara

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
All. IV-Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa