Manuale diagnostico degli Habitat e delle specie nel contesto territoriale umbro

Osteitti

Padogobius nigricans (Canestrini, 1867)

Nome comune:Ghiozzo di ruscello
Nome Direttiva Habitat:Padogobius nigricans (Canestrini, 1867)
Codice Specie:1156

Presenza in Umbria

Siti Natura 2000

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Padogobius nigricans

Laura Pompei, 2012-06-19

Come riconoscerla

Pesce bentonico di piccola taglia, con una lunghezza totale massima che nei maschi può raggiungere i 12 cm, mentre le femmine hanno dimensioni minori. La testa è grande, con una bocca ampia e occhi sporgenti in posizione dorso-laterale. Le pinne ventrali sono fuse a formare il disco pelvico, una sorta di ventosa grazie alla quale il pesce rimane adeso al substrato. Presenta due pinne dorsali, la prima delle quali ha il bordo di colore giallo-arancio. La colorazione del corpo risulta piuttosto variabile. La regione dorsale è scura o bruno chiara e il ventre è biancastro, mentre sui fianchi si alternano macchie brune chiare e scure a formare un pattern marmoreggiato.

Ecologia e biologia

Il ghiozzo di ruscello è una specie poco tollerante che esige acque pulite e ambienti integri. Si nutre prevalentemente di macroinvertebrati (soprattutto Ditteri ed Efemerotteri); occasionalmente l’alimentazione può comprendere piccoli pesci. La durata del ciclo vitale è di 3-4 anni e la maturità sessuale viene raggiunta dalla maggior parte degli individui, sia maschi che femmine, al primo anno di età. La riproduzione ha luogo nei mesi di maggio e giugno. Durante il periodo riproduttivo il maschio mostra comportamento territoriale, difendendo attivamente un riparo posto sotto un sasso o un grosso ciottolo e l’area circostante. Il maschio corteggia la femmina e la induce a entrare nel riparo, sulla volta del quale i due partner, in posizione capovolta, depongono i gameti. Al termine, la femmina  si allontana, mentre il maschio esercita cure parentali fino alla schiusa delle uova.

Distribuzione

P. nigricans è un endemismo italiano a distribuzione estremamente limitata, presente esclusivamente nei sistemi idrici tirrenici della Toscana, dell’Umbria e del Lazio. In Umbria è presente in tutto il bacino del Tevere ad eccezione del fiume Nera. Vive nei corsi d’acqua di piccola e media portata, caratterizzati da acqua limpida, ben ossigenata e da fondali ciottolosi o ghiaiosi.

Regione biogeografica

Mediterranea e Continentale

Stato di conservazione

3° Report ex-Art. 17 IUCN globale IUCN Italia convenzione di Berna SPEC CITES
RBC RBM
VU-Vulnerable VU-Vulnerabile Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette - -

Pressioni IUCN: H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I01- Specie esotiche invasive (animali e vegetali); J02- Cambiamenti delle condizioni idrauliche indotti dall'uomo; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; J03.02.01- riduzione della migrazione/barriere alla migrazione; K03.04- Predazione

Minacce IUCN: H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I01- Specie esotiche invasive (animali e vegetali); J02- Cambiamenti delle condizioni idrauliche indotti dall'uomo; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat

Leggi regionali

Su tutto il territorio regionale vige il divieto assoluto di pesca (REGOLAMENTO REGIONALE 15 febbraio 2011, n. 2., Art. 8)

Indicatori per il monitoraggio

Tecniche di monitoraggio proposte

Sito: la selezione dei siti dovrebbe consentire di rappresentare le diverse tipologie ambientali e le pressioni antropiche rilevabili. Il numero di stazioni di campionamento per ogni corso d’acqua deve essere scelto in base alla lunghezza del tratto presente all’interno della ZSC e all’uniformità ambientale che lo caratterizza. Sarà necessario individuare almeno una stazione di campionamento ogni 20 km di corso d’acqua e una ogni significativo cambiamento di pendenza media dell’alveo, tale da far modificare la zonazione ittica teorica e la comunità ittica potenziale di riferimento

Periodo di campionamento: tarda estate-autunno

Tecniche di campionamento: elettrostorditore per gli ambienti lotici guadabili, elettrostorditore di potenza elettrica maggiore di 2,5 kw, collocabile su un’imbarcazione, per gli ambienti lotici non guadabili.

Metodo di campionamento: campionamento di tipo quantitativo per gli ambienti lotici guadabili (metodo delle passate successive), semiquantitativo per gli ambienti lotici non guadabili e lentici.  

Condizioni per il campionamento:  al fine di adottare modalità standardizzate e replicabili, il campionamento dovrà essere evitato nelle seguenti condizioni:             in caso di portate elevate; in caso di elevata torbidità dell’acqua; in caso di pioggia continua;             in caso di vento intenso; con temperature dell’acqua superiori ai 30°C. Il campionamento deve essere condotto in orari e condizioni di copertura del cielo tali da consentire un’adeguata illuminazione ai fini dell’individuazione degli esemplari da catturare.

Frequenza: cadenza biennale.

Operatori: la squadra che opera in alveo dovrà essere costituita da un numero adeguato di operatori in funzione della dimensione del corpo idrico campionato e delle caratteristiche della comunità attesa. Nella maggior parte delle situazioni si reputa idonea una squadra costituita da almeno 3 o 4 operatori (1 deputato all’uso dell’elettrostorditore, 1 munito di guadino, 1 o 2 adibiti al trasporto dei pesci alle vasche di stabulazione, al periodico controllo delle condizioni degli stessi e alla registrazione dei dati ambientali).

Analisi degli individui catturati:

Lunghezza totale (in mm)

Peso (rilevato alla precisione minima di 1 grammo).

Passata in cui l’individuo è stato catturato.

Eventuale presenza di macroscopiche anomalie o patologie esterne (annotare solo presenza o assenza e annotare il tipo di anomalia).

Eventuale numero della provetta in cui sono state conservate le scaglie per la determinazione dell’età dell’esemplare.

Presenza di ibridazione stabilita sulla base dei caratteri fenotipici rilevabili in campo.

Eventuale numero della provetta in cui è stato conservato un campione di tessuto per la caratterizzazione genetica dell’esemplare.

Il rilievo delle foto dei singoli individui è facoltativo.

 

Precauzioni per l’incolumità dei pesci

L’elettrostorditore deve essere utilizzato col dosaggio minimo efficace; non prolungare eccessivamente l’attività di elettropesca in uno spazio limitato.

Interrompere il campionamento, o modificare le impostazioni dell’elettrostorditore, qualora si rilevino danni troppo frequenti o segni di stress eccessivo sui pesci catturati.

Mantenere nei secchi di raccolta un numero limitato di pesci e provvedere al ricambio periodico di un’aliquota di acqua.

Il rilevamento dei parametri morfometrici deve essere effettuato manipolando i pesci con i guanti per evitare l’asportazione del muco e lo shock termico.

Dopo i rilevamenti morfometrici i pesci devono essere stabulati in vasche areate e monitorati per rilevare eventuali stress e danni prima di essere rilasciati.

I piccoli pesci, se possibile, dovrebbero essere sempre mantenuti separati dai soggetti di grandi dimensioni.

 

Indicatori:

Quantitativi

N individui: espresso come densità (numero di individui al metro quadro) o biomassa areale (standing crop, grammi al metro quadro).

Semi-quantitativi

Catture per unità di sforzo (CPUEs)

Qualitativi

Distribuzione delle Popolazioni: Censimento delle specie presenti con le metodologie di campionamento sopra indicate.

Struttura per età: Verifica della capacità di riproduzione, il reclutamento dei giovani e l’automantenimento. L’età può essere determinata mediante scalimetria o analisi della distribuzione di frequenza delle lunghezze.

Indici di condizione: stima dello stato di benessere dei pesci.

 

Per maggiori dettagli sulle procedure di campionamento negli ambienti fluviali si consiglia di fare riferimento al Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici (APAT, 2007; ISPRA, 2014), mentre per gli ambienti lentici si può fare riferimento al “Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani” dell’ISPRA (Volta et al., 2014).

Bibliografia

APAT, 2007. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici. In: “Metodi Biologici per le Acque. Parte I”. Manuali e Linee Guida, APAT, Roma, 31 pp.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. & Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma.

Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F.,2014. Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.

ISPRA, 2014. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici guadabili. Manuali e linee guida, ISPRA, Roma,111: 20 pp.

Pompei L., Giannetto D., Lorenzoni M., 2014. Feeding ecology of Padogobius nigricans (Canestrini, 1867) and P. bonelli (Bonaparte, 1846) in Aggia River (Umbria, Italy) and their diet overlap. Hydrobiologia 740 (1): 101-113.

Pompei L., Giannetto D., Lorenzoni M., 2015. Age and growth of Arno goby, Padogobius nigricans (Canestrini, 1867), in the Aggia river (Umbria, Central Italy). Journal of Applied Ichthyology, 2: 1-7.

Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016, 378 pp.

Volta P., Sala P., Campi B., Cerutti I., 2014. Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani. Report CNR ISE 02.14, 15 pp. 

Zerunian S., 2004. Pesci delle acque interne d'Italia. Ministero dell’Ambiente – Istituto Nazionale Fauna Selvatica. In Quaderni di Conservazione della Natura 20, 257 pp.

Bibliografia web

Crivelli, A.J. 2006. Padogobius nigricans. The IUCN Red List of Threatened Species 2006: e.T15870A5263874. http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2006.RLTS.T15870A5263874.en. Downloaded on  November 2015.

www.iucn.it

Autore di riferimento

Massimo Lorenzoni, Laura Pompei

Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:

Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5220006-Gola del Forello ZSC-ZSC IT5220003-Bosco dell'Elmo (Monte Peglia) ZSC-ZSC IT5220002-Selva di Meana (Allerona) ZSC-ZSC IT5210040-Boschi dell'alta Valle del Nestore ZSC-ZSC IT5220011-Lago di Alviano ZSC-ZSC IT5210073-Alto Bacino del Torrente Lama ZSC-ZSC IT5210039-Fiume Timia (Bevagna - Cannara) ZSC-ZSC IT5210061-Torrente Naia ZSC-ZSC IT5210001-Boschi di Monti di Sodolungo - Rosso (Città di Castello) ZSC-ZSC IT5210003-Fiume Tevere tra San Giustino e Pierantonio ZSC-ZSC IT5210006-Boschi di Morra - Marzana ZSC-ZSC IT5210011-Torrente Vetorno ZSC-ZSC IT5210012-Boschi di Montelovesco - Monte delle Portole ZSC-ZSC IT5210013-Boschi del Bacino di Gubbio ZPS-ZPS IT5220024-Valle del Tevere: Laghi di Corbara - Alviano ZSC-ZSC IT5210025-Ansa degli Ornari (Perugia) ZSC-ZSC IT5210022-Fiume Tescio (parte alta) ZSC-ZSC IT5220001-Bagno Minerale (Parrano) ZSC-ZSC IT5210054-Fiume Tevere tra Monte Molino e Pontecuti (Tevere Morto) ZSC-ZSC IT5210075-Boschi e pascoli di Fratticiola Selvatica (Valfabbrica)

Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione