Nome comune: | Barbo del Po |
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Nome Direttiva Habitat: | Barbus plebejus Bonaparte, 1839 |
Codice Specie: | 1137 |
Il barbo del Po presenta un corpo fusiforme e slanciato; il muso è allungato e la bocca è infera e provvista di due paia di barbigli. Il colore è verdastro su dorso e fianchi e bianco sul ventre. Su tutto il corpo, comprese le pinne, sono presenti delle macchie nere, la cui disposizione e densità variano in funzione dell’habitat e dell’età degli esemplari. Raggiunge una lunghezza massima di 60 cm.
È un pesce con discreta valenza ecologica che vive preferibilmente nel corso medio dei fiumi (Zona del Barbo). I giovani sono gregari e vivono in piccoli branchi, mentre gli adulti sono per lo più solitari. Si nutre prevalentemente di invertebrati di fondo, occasionalmente anche di materiale vegetale e piccoli pesci. Durante la stagione riproduttiva risale i corsi d’acqua fino a trovare aree con corrente vivace e fondi ghiaiosi in cui vengono deposte le uova. La riproduzione avviene nei mesi di maggio-giugno.
La specie è endemica del distretto Padano Veneto, che comprende l’Italia Settentrionale spingendosi a sud fino al versante Adriatico di Umbria e Marche e il versante Adriatico della Slovenia e della Croazia fino al fiume Krka. Il barbo del Po è stato però introdotto nel versante tirrenico dell’Italia Centrale, al di fuori del proprio areale originario. In Umbria si trovano alcune popolazioni autoctone nei corsi d’acqua che sfociano nell’Adriatico, mentre le popolazioni introdotte hanno una distribuzione localizzata nell’asta intermedia del Tevere e in alcuni tratti dei fiumi Chiascio e Paglia.
3° Report ex-Art. 17 | IUCN globale | IUCN Italia | convenzione di Berna | SPEC | CITES | |
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RBC | RBM | |||||
↓ | LC-Least Concern | VU-Vulnerabile | Allegato III-Specie di fauna protette | - | - |
Pressioni IUCN: C01.01- Estrazione di sabbie e ghiaie; H01.01- Inquinamento delle acque superficiali provocato da impianti industriali; I01- Specie esotiche invasive (animali e vegetali); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02.03.02- Canalizzazioni e deviazioni delle acque; J02.05.02- modifica della struttura dei corsi d'acqua interni; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J02.06.06- Prelievo di acque superficiali per energia idroeletttrica (non raffreddamento); J03.02- Riduzione della connettività degli habitat (frammentazione); K03.01- Competizione (es. gabbiano/sterna); K03.04- Predazione
Minacce IUCN: C01.01- Estrazione di sabbie e ghiaie; H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); I03.01- Inquinamento genetico (animali); J02- Cambiamenti delle condizioni idrauliche indotti dall'uomo; J02.03.02- Canalizzazioni e deviazioni delle acque; J02.05.02- modifica della struttura dei corsi d'acqua interni; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J02.06.06- Prelievo di acque superficiali per energia idroeletttrica (non raffreddamento); J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat; J03.02- Riduzione della connettività degli habitat (frammentazione); K03.05- Antagonismo dovuto all'introduzione di specie
[Fonte: Linee guida dei pesci e agnati - PROGETTO SUN LIFE]
Tecniche di monitoraggio proposte
Sito: la selezione dei siti dovrebbe consentire di rappresentare le diverse tipologie ambientali e le pressioni antropiche rilevabili. Il numero di stazioni di campionamento per ogni corso d’acqua deve essere scelto in base alla lunghezza del tratto presente all’interno della ZSC e all’uniformità ambientale che lo caratterizza. Sarà necessario individuare almeno una stazione di campionamento ogni 20 km di corso d’acqua e una ogni significativo cambiamento di pendenza media dell’alveo, tale da far modificare la zonazione ittica teorica e la comunità ittica potenziale di riferimento
Periodo di campionamento: tarda estate-inizio autunno
Tecniche di campionamento: elettrostorditore per gli ambienti lotici guadabili, elettrostorditore di potenza elettrica maggiore di 2,5 kw, collocabile su un’imbarcazione, per gli ambienti lotici non guadabili.
Metodo di campionamento: campionamento di tipo quantitativo per gli ambienti lotici guadabili (metodo delle passate successive), semiquantitativo per gli ambienti lotici non guadabili e lentici.
Condizioni per il campionamento: al fine di adottare modalità standardizzate e replicabili, il campionamento dovrà essere evitato nelle seguenti condizioni: in caso di portate elevate; in caso di elevata torbidità dell’acqua; in caso di pioggia continua; in caso di vento intenso; con temperature dell’acqua superiori ai 30°C. Il campionamento deve essere condotto in orari e condizioni di copertura del cielo tali da consentire un’adeguata illuminazione ai fini dell’individuazione degli esemplari da catturare.
Frequenza: cadenza biennale.
Operatori: la squadra che opera in alveo dovrà essere costituita da un numero adeguato di operatori in funzione della dimensione del corpo idrico campionato e delle caratteristiche della comunità attesa. Nella maggior parte delle situazioni si reputa idonea una squadra costituita da almeno 3 o 4 operatori (1 deputato all’uso dell’elettrostorditore, 1 munito di guadino, 1 o 2 adibiti al trasporto dei pesci alle vasche di stabulazione, al periodico controllo delle condizioni degli stessi e alla registrazione dei dati ambientali).
Analisi degli individui catturati:
Lunghezza totale (in mm)
Peso (rilevato alla precisione minima di 1 grammo).
Passata in cui l’individuo è stato catturato.
Eventuale presenza di macroscopiche anomalie o patologie esterne (annotare solo presenza o assenza e annotare il tipo di anomalia).
Eventuale numero della provetta in cui sono state conservate le scaglie per la determinazione dell’età dell’esemplare.
Presenza di ibridazione stabilita sulla base dei caratteri fenotipici rilevabili in campo.
Eventuale numero della provetta in cui è stato conservato un campione di tessuto per la caratterizzazione genetica dell’esemplare.
Il rilievo delle foto dei singoli individui è facoltativo.
Precauzioni per l’incolumità dei pesci
L’elettrostorditore deve essere utilizzato col dosaggio minimo efficace; non prolungare eccessivamente l’attività di elettropesca in uno spazio limitato.
Interrompere il campionamento, o modificare le impostazioni dell’elettrostorditore, qualora si rilevino danni troppo frequenti o segni di stress eccessivo sui pesci catturati.
Mantenere nei secchi di raccolta un numero limitato di pesci e provvedere al ricambio periodico di un’aliquota di acqua.
Il rilevamento dei parametri morfometrici deve essere effettuato manipolando i pesci con i guanti per evitare l’asportazione del muco e lo shock termico.
Dopo i rilevamenti morfometrici i pesci devono essere stabulati in vasche areate e monitorati per rilevare eventuali stress e danni prima di essere rilasciati.
I piccoli pesci, se possibile, dovrebbero essere sempre mantenuti separati dai soggetti di grandi dimensioni.
INDICATORI:
Quantitativi
N individui: espresso come densità (numero di individui al metro quadro) o biomassa areale (standing crop, grammi al metro quadro).
Semi-quantitativi
Catture per unità di sforzo (CPUEs)
Qualitativi
Distribuzione delle Popolazioni: Censimento delle specie presenti con le metodologie di campionamento sopra indicate.
Struttura per età: Verifica della capacità di riproduzione, il reclutamento dei giovani e l’automantenimento. L’età può essere determinata mediante scalimetria o analisi della distribuzione di frequenza delle lunghezze.
Indici di condizione: stima dello stato di benessere dei pesci.
Per maggiori dettagli sulle procedure di campionamento negli ambienti fluviali si consiglia di fare riferimento al Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici (APAT, 2007; ISPRA, 2014), mentre per gli ambienti lentici si può fare riferimento al “Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani” dell’ISPRA (Volta et al., 2014).
APAT, 2007. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici. In: “Metodi Biologici per le Acque. Parte I”. Manuali e Linee Guida, APAT, Roma, 31 pp.
Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma.
Genovesi P., Angelini P., Bianchi E., Dupré E., Ercole S., Giacanelli V., Ronchi F., Stoch F.,2014. Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA, Serie Rapporti, 194/2014.
ISPRA, 2014. Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici guadabili. Manuali e linee guida, ISPRA, Roma,111: 20 pp.
Lorenzoni M., Carosi A., Ghetti L., Dolciami R., 2010. La fauna ittica e i corsi d'acqua dell'Umbria. Sintesi delle carte Ittiche regionali dal 1986 al 2009. Regione Umbria.
Stoch F., Genovesi P. (ed.), 2016. Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: specie animali. ISPRA, Serie Manuali e linee guida, 141/2016, 378 pp.
Volta P., Sala P., Campi B., Cerutti I., 2014. Protocollo di campionamento della fauna ittica nei laghi italiani. Report CNR ISE 02.14, 15 pp.
Bibliografia web
Freyhof, J. 2011. Barbus plebejus. The IUCN Red List of Threatened Species 2011: e.T2568A97799358. http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2006.RLTS.T2568A9456061.en. Downloaded on November 2015.
www.iucn.it
Massimo Lorenzoni, Laura Pompei
Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:
Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210005-Gola del Corno di Catria ZSC-ZSC IT5210002-Serre di Burano ZSC-ZSC IT5210074-Poggio Pantano (Scheggia)
Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione
All. V-Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione