Nome comune: | Azzurrina di Mercurio |
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Nome Direttiva Habitat: | Coenagrion mercuriale |
Codice Specie: | 1044 |
Gianandrea La Porta, 2016-07-06
Zigottero di piccola taglia (27-31mm). I maschi azzurri e neri si riconoscono per il caratteristico disegno sul 2° segmento addominale che ha una forma tipica ad "elmo di Mercurio" e per gli pterostigmi scuri a forma di rombo con una forma centrale nerastra circondata da un bordo più chiaro. La metà apicale dell'addome è meno sviluppata rispetto a quella prossimale, conferendo alla specie un aspetto meno affusolato rispetto alle affini congeneriche. La femmina è nera e verde con gli ultimi segmenti addominali neri ed azzurri. La sottospecie italiana C. m. castellanii si distingue dalla forma tipica per i disegni addominali neri più ampi, che nel terzo, quarto e quinto urite terminano anteriormente con un disegno tridentato. Nel maschio l’appendice addominale superiore è nettamente più lunga e quasi interamente nera, con gli uncini apicali più divaricati. Le larve sono piuttosto piccole rispetto ad altri zigotteri, di colore giallo opaco; il premento è caratterizzato da due file di lunghe setole e da due gruppi di setole corte e spiniformi.
In letteratura la stagione di volo è compresa tra la metà di aprile e la metà di agosto. In Umbria la specie è stata osservata in volo dal mese di maggio fino alla fine di luglio. Si incontra quasi esclusivamente presso acque lotiche, da oligo a mesotrofiche, in piccoli corsi d’acqua, ruscelli, canali e rigagnoli prativi soleggiati con ricca vegetazione acquatica e ripariale. Tende ad essere più numerosa in terreni calcarei e nelle acque leggermente alcaline. Gli adulti volano bassi tra la vegetazione da cui raramente si allontanano. Tale vegetazione è utilizzata come sito riproduttivo, la deposizione è infatti di tipo endofitico e vengono utilizzati vegetali galleggianti o sommersi e spesso varie specie di Mentha. Le larve stazionano nei pressi delle radici delle piante acquatiche, solitamente dove si accumula uno strato di fango. Lo sviluppo si completa in un anno; i primi adulti compaiono in aprile-maggio e il periodo di maturazione dura una dozzina di giorni. Gli adulti si allontanano poco dal sito riproduttivo e cacciano soprattutto effimere e piccoli ditteri.
Specie ampiamente diffusa in Francia e Spagna ed estesa, con discontinuità di areale, all'Europa centro occidentale fino al Nord Africa. In Italia è segnalata in Piemonte (2 località), Liguria, Emilia-Romagna e in tutte le regioni centro-meridionali, con esclusione di Abruzzo, Molise e Sardegna, dal livello del mare fino a 850 m di altitudine. In Umbria è stata rilevata in quattro quadranti, uno in alta valle del Tevere e gli altri tre sul fiume Clitunno e lago d'Aiso.
3° Report ex-Art. 17 | IUCN globale | IUCN Italia | convenzione di Berna | SPEC | CITES | |
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RBC | RBM | |||||
↓ | NT-Near Threatened | NT-Quasi Minacciata | Allegato II-Specie di fauna rigorosamente protette | - | - |
Pressioni IUCN: A02.01- Intensificazione agricola; A03- Mietitura/sfalcio; A06- Coltivazioni annuali e perenni non da legname; A07- Uso di biocidi, ormoni e prodotti chimici; B01- Piantagione su terreni non forestati (aumento dell'area forestale, es. piantagione su prateria, brughiera); J02.01.03- riempimento di fossi, canali, stagni, specchi d'acqua, paludi o torbiere; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J02.10- Gestione della vegetazione acquatica e ripariale per il drenaggio; J03.01- Riduzione o predita di specifiche caratteristiche di habitat
Minacce IUCN: A02.01- Intensificazione agricola; A03- Mietitura/sfalcio; A06- Coltivazioni annuali e perenni non da legname; A07- Uso di biocidi, ormoni e prodotti chimici; B01- Piantagione su terreni non forestati (aumento dell'area forestale, es. piantagione su prateria, brughiera); H01- Inquinamento delle acque superficiali (limniche e terrestri); J02.01- Interramenti, bonifiche e prosciugamenti in genere; J02.06- Prelievo di acque superficiali; J02.10- Gestione della vegetazione acquatica e ripariale per il drenaggio
C. mercuriale è una delle cinque specie di Coenagrionidae presenti in Umbria. Per la definizione dello stato di conservazione delle specie di odonati è necessario riferirsi a tre parametri fondamentali: 1) popolazione, 2) habitat e 3) range.
1) Popolazione
Per il monitoraggio delle popolazioni è da preferire il censimento degli esemplari adulti. Il campionamento delle larve, pur avendo l’indubbio vantaggio di poter essere eseguito in ogni periodo dell’anno, presenta alcune criticità: la cattura delle larve non è semplice e per una corretta determinazione degli esemplari è necessario il loro trasferimento in laboratorio e una manipolazione sotto stereomicroscopio. Inoltre, la stima della popolazione con metodi quantitativi basata su questo stadio biologico risulterebbe difficoltosa e poco accurata.
Il monitoraggio degli esemplari adulti fornisce maggiori garanzie di efficacia e può essere condotto secondo due metodologie principali:
1) transetto
2) cattura, marcatura e ricattura (CMR)
## Transetto
Individuato il sito di presenza della specie è necessario definire un tratto del corso d’acqua di lunghezza non inferiore ai 100 m, lungo una delle due sponde. Il transetto va percorso lentamente (velocità < 0.1 m/s) annotando e conteggiando tutti gli esemplari di sesso maschile osservati in un raggio di 3 m. La quantità di tempo impiegata durante la prima sessione di rilevamento deve essere annotata e tenuta in considerazione nelle successive sessioni al fine di applicare uno sforzo costante. Il transetto deve essere ripetuto almeno 5 volte nel periodo compreso tra la fine del mese di maggio e la metà del mese di luglio, in giornate soleggiate e prive di vento. La conversione del numero di esemplari osservati in una stima della popolazione può essere eseguita attraverso l’analisi della detection history e della contattabilità della specie. Poiché la contattabilità della specie può variare di anno in anno, la procedura di monitoraggio va eseguita almeno 1 volta ogni 3 anni al fine di definire il trend della popolazione.
## CMR
Per l’applicazione del metodo è necessario definire un’area campione, la più estesa possibile, e provvedere alla cattura e marcatura di tutti i maschi con retino entomologico. Le catture vanno eseguite ad intervalli di tempo regolari, annotando la lunghezza del tratto percorso e del tempo impiegato per le operazioni, al fine di evitare distribuzioni irregolari dei campioni nello spazio e nel tempo. La marcatura deve essere effuata utilizzando un pennarello indelebile a punta fine sull'ala posteriore destra (e non sull'anteriore sinistra come riportato nei manuali di monitoraggio ISPRA). Il transetto deve essere ripetuto almeno 10 volte nel periodo compreso tra la fine del mese di maggio e la metà del mese di luglio, in giornate soleggiate e prive di vento. Per la stima della popolazione è suggerito il metodo di Jolly-Seber con parametrizzazione POPAN.
La procedura di monitoraggio va eseguita almeno 1 volta ogni 3 anni al fine di definire il trend della popolazione.
Dati di letteratura riportano in 110 esemplari il valore soglia per la definizione di una popolazione in stato favorevole.
2) Habitat
E’ riconosciuto che le macrofite rivestono un importante ruolo nel determinare la struttura dell’habitat di questa specie. Sono note 20 essenze vegetali in cui la specie depone le uova. C. mercuriale vive in piccoli corsi d'acqua, soleggiati, con debole corrente e con abbondante vegetazione acquatica e ripariale.
3) Range
La scelta di una metodologia per la definizione del range della specie all'interno del territorio regionale deve essere calibrata in funzione del numero e della distribuzione delle popolazioni note. Dati di letteratura evidenziano che la capacità di dispersione della specie è limitata ad alcuni chilometri, probabilmente meno di 4.5. Poiché al momento per questa specie sono segnalate solo alcune popolazioni fra loro distanti oltre questa soglia, si può solo ipotizzare la presenza di popolazioni isolate e non è possibile suggerire alcun metodo per la stima del range. Ulteriori indagini nel territorio regionale risultano necessarie per la definizione di questo parametro.
Dati di letteratura riportano 4033 kmq come valore soglia per la definizione di un range di stato favorevole a scala nazionale (UK)
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www.iucnredlist.org
www.iucn.it
www.odonata.it
Gianandrea La Porta, Alessandro Dell'Otto
Specie potenzialmente presente nei seguenti habitat:
Specie presente nei seguenti siti: ZSC-ZSC IT5210003-Fiume Tevere tra San Giustino e Pierantonio ZSC-ZSC IT5210053-Fiume e Fonti del Clitunno ZSC-ZSC IT5210043-Sorgiva dell'Aiso
Specie citata nei seguenti allegati:
All. II-Specie animali e vegetali d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione